Disruptive Talks: il podcast italiano sulle tecnologie emergenti e sulla zetetica (scetticismo scientifico)

S01E07: Metaverso, AR/VR, Meta Quest vs XREAL vs Apple Vision e dualità tecnico-sociale della digitalizzazione dei rapporti umani – Focus e Discussione con Fabio Lalli, Fondatore/Partner di IQUII & IQUII Sport e creatore di MTVRS.

January 22, 2024 Kevin Escoda Season 1 Episode 7
S01E07: Metaverso, AR/VR, Meta Quest vs XREAL vs Apple Vision e dualità tecnico-sociale della digitalizzazione dei rapporti umani – Focus e Discussione con Fabio Lalli, Fondatore/Partner di IQUII & IQUII Sport e creatore di MTVRS.
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S01E07: Metaverso, AR/VR, Meta Quest vs XREAL vs Apple Vision e dualità tecnico-sociale della digitalizzazione dei rapporti umani – Focus e Discussione con Fabio Lalli, Fondatore/Partner di IQUII & IQUII Sport e creatore di MTVRS.
Jan 22, 2024 Season 1 Episode 7
Kevin Escoda

In questa puntata ci addentriamo in una discussione approfondita con Fabio Lalli, un pioniere nel campo dell'innovazione digitale (Fondatore/Partner di IQUII & IQUII Sport e creatore di MTVRS). Affronteremo temi come il Metaverso, la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR), esplorando le loro implicazioni tecniche, ma anche sulla società.

🌟 Punti salienti dell'episodio:

  • le intuizioni di Fabio Lalli, con oltre due decenni di esperienza, sulle tendenze emergenti nel tech e il loro impatto sul business e sulla società;
  • consigli pratici per le aziende che cercano di orientarsi nel mare della trasformazione digitale;
  • un'analisi dettagliata del confronto tra dispositivi come Meta Quest 3 e XReal 2, e le loro applicazioni tecnologiche.

🔗 Esaminiamo anche la dualità tecno-sociale del Metaverso e della digitalizzazione dei rapporti umani, con il suo potere sia di connettere che di isolare gli individui.

🏦 Vuoi capire come il Metaverso e la realtà virtuale, aumentata o mista stano modellando un futuro sempre più digitale? Unisciti a noi in questa esplorazione.

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Kevin Escoda:

Ti piacciono le nuove tecnologie, voi rimanere aggiornato O, se sempre curioso Se sul podcast giusto questo è Disruptive Talks. Ciao a tutti e buon anno 2024. Un po' di ritardo, l'avete visto. Due settimana ero tra Francia, italia, un po' di cose personale, quindi ho preferito prendere tempo per preparare questo episodio. Sui social idem. Tante lavoro, quindi c'è una persona dietro, solo io. Non è facile da gestire. Quindi ripeto si, c'è qualcuno che vuole dare una mano? partecipare? accepto. Sono sempre presente, scolto, leggo e vedo tutti. Sono anche a disposizioni. Quando avrò il tempo ci saranno qualche aggiornamenti. Cercherò di essere sintetico e di proporvi articoli quando le notizie lo richiedano. Dai subito questo episodio semplice un'introduzione con un focus generale metaverso, ar, vr e le discusione con Fabiorelli. Parliamo di tutto blockchain, ai, ma sempre il focus sul metaverso. L'avevo anticipato questa puntata dedicato a questa tematica. Dai vi lascio subito l'introduzione. Oggi ospitiamo Fabiorelli, figura di spicco nel panorama della trasformazione digitali dell'innovazione tecnologica, fondatore e partner d'Equie, una società di consulenza digitale e software, parte del bigroup ING e fondatori di Metaverso, una piattaforma che collega marchi e consumatori nel Metaverso. Con oltre 23 anni di esperienza, fabio sei distinto per la sua capacità di guidare progetti stratterici, lanciare nuove servizie di marketing e definire strategie digitali in vari settori, tra cui quello bancario, finanziario, retail e sportivo, e inoltre ci ode iconico e ha un ruolo attivo come advisor per aziende tecnologiche come Eddunter per sviluppatori mobile.

Kevin Escoda:

Nel nostro dialogo con Fabio esploriamo il concept di Metaverso, la realtà virtuosa digitale condivisa, che trascende i confini del gioco vide e delle ambienti tradizionali Vado a spiegare un po' le termine e si configura come una retta di spasi estesi di realtà. E questo che chiamo XR e comprende una realtà virtuale, vr e realtà aumentate a R e la realtà mista MR Allora. La realtà virtuale immerge completamente l'utente in un ambiente generato al computer, isolando dal mondo reale. Attraverso l'uso dei visori VR, gli utenti possono navigare e interagire con spazi virtuali, trovando applicazioni in campi come il gaming, la formazione e le simulazioni. Dall'altro della realtà aumentata a R, invece, sovrappone informazioni digitali come testi, immagini e modelli 3D alla visione del mondo reale dell'utente. Questo può essere realizzato tramite smartphone, occhiali a R e visori, arricchendo la realtà con dati aggiuntivi senza sostituarla, trovendo in piego in ambiti come l'instruzione, il marketing e la manutenzione. La realtà mista MR combina elementi sia della VR sia della AR, permettendo agli utenti di interagire con contenuti digitali che sembrano coesistere con il mondo fisico.

Kevin Escoda:

In MR gli oggetti digitali possono essere ancorati in una specifica posizione nel mondo reale, consentendo agli utenti di visualizzare attraverso dispositivi come visori occhiali Sul metaverso, sull'ambiente complessivo. È qualcosa che è stato influenzato da opere di fantascienze come Snow Crash del Neil Stephenson, dove per la prima volta il termine è stato cognato. Come ricordo di Second Life già all'epoca era un gioco video su computer è una forma di metaverso. Ha introdotto l'idea di mondo virtuale persistente e multitudente. Aveva anche una valuta digitale con un corso proprio Nella coltura popolare e in il metaverso Libri. Anche ne hanno parlato William Gibson. Molti romanze di William Gibson hanno contribuato a plasmare l'immaginario e l'idea del metaverso. Più recentemente, ernest Clin con il suo libro Ready Player One. Era in 2010, 2011. Non mi ricordo bene, ma oggi ognuno lo conosce con il film Ready Player One.

Kevin Escoda:

Oggi il metaverso ha trovato applicazione in tanti settori, già nell'instruzione, nel campo delle educazioni, ad esempio, con una piattaforma di realtà virtuale che offrono ambiente immersivi per la formazione e l'apprendimento a distanza. Può sembrare niente, ma ci siamo risalconti che quando è fatto bene, può aumentare il convolgimento delle partecipanti. Chiaramente, nel settore immobiliare, è la possibilità di visitare virtualmente gli spazi prima di la costruzione o della ristrutturazione. Sta diventando qualcosa che si vede sempre di più Nel commercio al dettaglio. Le esperienze di shopping virtuale permettono ai consumatori di esplorare e acquisire prodotti in ambienti digitali, tridimensionali o proprio lo vediamo sempre di più di vedere le oggetti su stessi o a casa sua In ambiente asiendale.

Kevin Escoda:

Il metaverso offre nuove opportunità per il lavoro collaborativo e le riunioni virtuali che possono superare il limiti della distanza fisica e migliorare l'efficienza Allora. Tuttavia, nonostante queste visioni entusiasmanti, si possiamo dire, la realtà attuale del metaverso si scontra con diverse sfide. Già se vediamo il calo delle vendite di dispositivi come il MetaQuest, indica che il mercato è ancora la ricerca di hardware e software che possano offrire un'esperienza utente ottimale, che sia non solo immersiva ma anche accessibile, facile da usare e trasportabile. Su questo aspetto, sembra che l'Apple Vision, che uscirà nel 2024, sta per migliorare grandamente la situazione. Fabio ne parlerà ampiamente durante la discussione.

Kevin Escoda:

La visione del metaverso, pure essendo affascinata, si scontra con la realità di queste sfide tecnologiche e di adozione. Io personalmente dovrò aver testato diversi ambiti virtuali e dispositivi, tra cui giustamente, il MetaQuest 3 e il X-Rill, che propone un caso diverso ma strictamente aumenta i realiti 1.0, se possiamo dire, e non virtuali realiti. Comunque, la mia prospettiva a breve termine si è spostata verso la realtà aumentata o la realtà mista. La ragione di questo è semplice. La Aereo MR Augmented Reality o Mixed Reality ha il potere di arricchire la nostra realtà quotidiana, senza sostituirla, integrando informazioni e immagini digitali del nostro ambiente naturale in modo fluido e intuitivo. Anche su questo punto Fabio ne parlerà largamente.

Kevin Escoda:

Mentre il Metaverso richiede un'immersione totale o un mondo digitale, e quindi un stacco radicale con la realtà, oltre che l'interazione reale che possiamo avere con certe persone, l'aereo si sovrappone al mondo fisico, ne migliora l'esperienza visiva senza isolarci dal mondo contesto. Questo rende l'Aereo, l'amr, particolarmente andata per applicazioni pratiche come la navigazione, l'instruzione, il disiano industriale e il supporto al cliente, per visualizzare l'instruzione di io non so di montaggio, o direttamente sull'armadetto Ikea, i Clush Brook, che ho recentemente comprato, o per vedere le risistenzioni di un all-you-cane cinese, semplicemente puntando il propocchio verso di esso. Guardando al mercato, l'aereo sta già dimostrando il suo valore, vivendo una fase di crescita esponenziale, con l'aggiunta di previsioni molto positivi per il futuro. Secondo un articolo pubblicato da Zero New Web, il mercato complessivo di realtà aumentata i virtuali potrebbero raggiungere un valore di 58 miliardi di dollari entro il 2028. Inoltre, statista prevede che il software Aereo raggiunga un volume di mercato di 11.9 miliardi di dollari nel 2023.

Kevin Escoda:

Un'altra fonte, exactitude Consultancy, proietta che le dimensioni del mercato globale e della realtà aumentata su mobile cresceranno a un tasso di crescita nuo composto superiore al 30% del 2021 al 2029. Questo è indicativo del potenziale della tecnologia Aereo, e non solo nel mercato dei consumatori, ma anche in quello industriale e aziendale. Nonostante questo, la strada verso l'adozione diffusa della Aereo presenta anche lei i ostacoli. La sfida principale rimane nel creare dispositivi che siano non solo potenti e funzionali, ma anche comodi e alla moda il modo che possano essere indossati quotidianemente senza disagio. Ancora, su questo punto vi consiglio di ascoltare la discussione. Ne parliamo con Fabio.

Kevin Escoda:

In conclusione, mentre il metaverso continua a catturare l'immaginazione collettiva, è la realtà aumentata che sta guanianando terreno come tecnologia pratica e applicabile. Con l'evoluzione continua dell'hardware e del software e con l'ingrezzo di grandi player come Apple, possiamo aspettarci che la Aereo diventa una parte sempre più integrante della nostra vita quotidiana, offrendo opportunità inedite sia per gli utenti che per le aziende. Vi lascio subito con la discussione con Fabio, con cui ci adentreremo in queste tematiche con un sguardo critico e informato, basandoci sulla nostra esperienza professionale, ma soprattutto, in quel caso, sul nostro uso quotidiano e personale del Avviere e Aere. Buona discussione a tutti. Finalmente, fabio, tu con me per questo podcast. Fa qualche tempo che ti avevi contactato. Lo dico sempre, ma anche questa volta è molto vero. E un vero piacere di averti con noi.

Fabio Lalli:

Grazie. grazie a te Giuro che non scappo e non ero fugitivo. C'è un impegno del periodo.

Kevin Escoda:

Un impegno, parte tua, parte mia, in crocio. Lo facciamo da remoto, ma abbiamo riusciti a trovare questo tempo perché, lo vedremo, hai un expertise abbastanza transversale su delle tematiche che ci interessano tutti, quindi andiamo a indagare tutto questo con te, ma prima, come sempre, inizia da raccontarci a quelli che ci ascoltano chi sei e il tuo percorso fino adesso, allora parto la prendola larga.

Fabio Lalli:

Allora mi definiscono un nerd prestato al marketing, per cui parto da questa, perché abbraccia un po' tutto il percorso. Io inizio il mio viaggio nell'informatica che era veramente piccolo. Ho sempre avuto la passione della programmazione. Quando avevo 14 anni circa ho fatto i miei primi giochi in cassetta. Ho esalto un po' di anni abbraccio internet, più o meno nel 98,. Di fatto ho sviluppo due siti di internet in particolare. Uno si chiamava l'epoca Technoit, che non aveva nulla a che fare con la tecnologia, ma era musica Techno. L'altro era Torneyit organizzavo Torney di calcio a 5 tramite internet. Era uno dei primi siti di internet italiani.

Fabio Lalli:

Già vediamo il legame con il sport Assolutamente. Guardate da sempre che è pratico sport e cerco di partecipare nello sport in tutti i modi. Nel 2000, grazie a questi siti di internet vengo intercettato da una multinazionale francese, altra, an tecnoci. Entro in questo mondo e mi ritrovo a fare consulenza in ESA, quindi sul lanciatore per lo spazio Ovega. Quindi mi occupo di software. Per questo Per anni faccio consulenza, faccio system integration, faccio tanto sviluppo fino al 2005, quando mia moglie mi convince a studiare, visto che avevo lasciato l'università troppo presto. Inizio comunicazione e marketing. Ed ecco qui il legame con il mondo del marketing. Scopro un mondo perché capisco che dietro al monitor, oltre ai beat, ai bite, le riche di codice, ci sono le persone, l'esperienza autente, il design, la sociologia, la psicologia. Questo chiaramente mi apre veramente una finestra su una modalità di lavoro completamente differente alla precedente. Prima era tutto tecnico, tutto tech driven, invece questo mi apre tantissimo la mente a tanto altro. In quegli anni succedono veramente tante cose tutte contemporaneamente.

Fabio Lalli:

Fondo un'associazione che si chiama indigeni digitali, che in Italia ha fatto un po' la storia del network in italiano nel digitale, soprattutto durante l'esplosione dei social e del mobile. Poi fondo follow, una piattaforma web legata ad Instagram, quando Instagram ancora non era stata acquisita da Facebook e di fatto cresciamo tanto da diventare la prima piattaforma al mondo legata ad Instagram e usciamo worldwide, subtestate quant'altro. Avevamo circa 4,5 milioni di utenti nel giro di pochissimi mesi, che oggi sembrano pochissimi per i numeri delle grandi piattaforme, ma all'epoca posso garantirti che erano tanti. E poi da lì diciamo, l'intuizione di voler presidiare questo contesto mi porta a licenziarmi da capo della IT di una società a punto di consulenza dovero e diventare ufficialmente imprenditore, anche se di side project non erano sempre portati avanti e nasce Iquih. Iquih nasce nel 2011 circa.

Fabio Lalli:

Nel 2016 entra all'interno del gruppo B vendendo il 51%. Nel 2021 c'è, do il 100% al gruppo B, che pochi mesi dopo, quindi l'anno scorso, è di fatto entrata nel gruppo generating. Oggi sto seguendo diverse cose. Sono tuttora in parte la guida dell'azienda che ho fondato all'interno del gruppo, perché non sono più l'amministratore delegato, quindi sono un partner all'interno del gruppo. Seguo il business, la strategia nel gruppo, non sono.

Kevin Escoda:

Mi occupo anche di innovazione su questo lato, quindi, entrepreneurship racconta un po' la tua esperienza di fondatore, come ci sei arrivato fino a lì e su questo aspetto in particolare mi piace sempre indagare. anche sul lato financimenti, ovvero quale strade hai seguito, sei partito su autofinanciamenti, venture capitalist racconta un po' questo aspetto prima di Allora diciamo che ho sempre avuto, per quanto diciamo, ho sempre seguito il mondo delle start-up.

Fabio Lalli:

Ho studiato tantissimo, sono stato all'interno di acceleratori, incubatori, più che ho lavorato in qualità proprio di formatore, anche in luoghi dove le start-up nascono no, etch-farm, telecom, italia, all'epoca con working capital, l'orbita del mondo luisella. Diciamo che ho sempre più o meno avuto da vicino un rapporto con fondi e angel venture e quant'altro. Però nel mio, diciamo, percorso personale ho sempre approcciato invece, diciamo, lo sviluppo, la crescita con un concetto del boost-rapping, devo dirti, la vita non senza ricercare fin da subito, troppo presto, capitali per poter crescere. Poi, sai, dipende anche dal tipo di progetto prodotto in semmeno. Anzi, questo magari nel mio percorso è stato anche legato al fatto che non ho mai fatto prodotti da grande scalabilità, ma sono sempre stato molto vicino al concetto della consulenza, del modello di servizio, diciamo più consulenziale che prodotto esatto.

Kevin Escoda:

L'anticipai bene, cioè per arrivare al livello sit-sale bisogna comunque avere un prodotto specifico.

Fabio Lalli:

Sì, sì, qualcosa che abbia, diciamo, un livello di scalabilità differente da quello che invece è un modello più consulenziale e nel mio diciamo interesse, cultura, formazione, mettici tutto quello che insomma vuoi. Però c'era un altro tipo di percorso, però male, sono stato on imprinting da società di consulenza, per cui, polente o nolente, ho sempre approcciato poi il mondo in quel modo, per quanto oggi invece abbiano interesse per i prodotti completamente differente da un po' di anni fa. Però è anche vero che adesso ha a barba bianca, un po' di anni più e qualche esperienza diversa per poter cominciare a pensare anche diversamente. Comunque, qui parte di fatto con un autofinanziamento, perché i progetti di cui ti parlavo prima Vedi Follo Grammo, altre iniziative più piccoline mi hanno permesso di monetizzare rapidamente, tanto poi da avere del capitale da autoinvestire nella mia realtà, partire con una società con veramente miei capitali, senza la necessità di cercare fondi.

Fabio Lalli:

Poi, nel 2016, iui era ancora una beauty piuttosto piccolina, non molto grande, era ancora una decina di persone, però avevamo iniziato ad avere un fatturato discreto con un ebidda significativo all'epoca, tanto da cominciare ad avere invece interesse di società di consulenza che in qualche modo volevano estendere allo sviluppo del mobile, alla user experience sul mondo del mobile, perché questo noi facevamo ovviamente con Iui all'inizio. Questo mi ha portato poi fino a rincrociarmi con il gruppo B, col quale mi sono già incontrato precedentemente nella mia storia perché avevo proprio lavorato per loro in consulenza, e questo ci ha portato una trattativa, per cui abbiamo portato poi Iui all'interno del gruppo sposando un disegno di percorso industriale per far crescere questa piccola beauty qualcosa di un po' più grande Grazie a questa esperienza, anche dalla tua personale, sulle cose che fai.

Kevin Escoda:

Adesso quindi consigli tante società su varie settori tech companies, nel retail, news, sport, e proprio su quel aspetto quindi ci può portare un po' la tua visione, la tua espertise In questo periodo. Parlo sempre nel podcast di questa convergenza di tecnologia tu lo sai se nel fronte ne parli anche spesso e anche una regione, per cui ti ho chiamato un ex collega che è diventata una grande amica, che ti ha visto una conferenza parlare su queste tematiche. Avevo appena arancato il podcast e subito lei mi ha chiamato e mi ha detto che è vino, incontrato qualcuno, devi incontrarlo, è fantastico. Ti parlerà del metaverso, va inspirato durante una ora e quindi sei qui, hai questa visione, ma penso anche questo dono di raccontatore. Secondo te, con la tua esperienza sulle tecnologie, ma anche su queste startup e queste aziende che tu consigli, quale oggi la grande sfida che stanno affrontando per poter adottare queste tecnologie molto trasformative, che sia lì alla blockchain, virtual reality, metaverso. Cosa aiuta a dire su questo? Guarda?

Fabio Lalli:

allora io intanto devo dire che ho avuto la fortuna negli anni di lavorare trasversalmente in industrie diverse, quindi non ho quella verticalità di industria che porta magari alcune persone ad essere dei super specialisti di quell'industria e poi magari non conoscerne altre. Ho avuto la fortuna di passare dal mondo del banking e finance all'aereo spaziale, dal mondo dello sport a retail e quindi questo tendenzialmente mi ha permesso di avere una visione trasversale, intanto, di modelli differenti. Ma la trasversalità ha portato a collezionare così conoscenza dei comportamenti delle persone in contesti differenti che oggi mi porto dietro come bagaglio culturale. E quindi quando oggi passo da parlare con chi si sta occupando di gaming, a parlare di chi si occupa di sport ma sta trasformando in modelli retail parte della sua club, o quando parlo con una assicurazione che vuole entrare con le grandi sponsorizzazioni nel mondo dell'entertainment, dello sport, riesco ad avere la capacità di interpretare tutte e due le esigenze e, di conseguenza, essere un po' l'anello di congiunzione e di facilitazione di queste industrie. Oggi, come dicevito, seguo realtà differenti che si stanno occupando di tecnologie e business differenti per farli, che sono investito e in quel caso sono veramente un microscopico investitore in una realtà che si occupa di intelligenza artificial applicata al mondo del finance, così come ne stiamo seguendo, un'altra, insieme appunto a mio fratello, che si occupa di gruppi di acquisto, quindi, come vedi, completamente differente, o un'altra ancora che si occupa di realtà aumentata applicata all'advertising, quindi, come sono completamente differenti. Diciamo che la cosa che mi sento di riuscire a portare in contesti differenti, quando ho modo chiaramente di poter contribuire al percorso, oltre che magari averci messo tecnicamente un gettone sopra, è quella di riuscire a comprendere, da una parte, il prodotto e, dall'altra parte, l'impatto del prodotto sull'esperienza utente finale. Questo, chiaramente, parliamo di progetti che sono prevalentemente B2C.

Fabio Lalli:

Il mondo B2B, che poi è quello che ho sempre presidiato, invece con la consulenza, questo mi mi mi consente di capire e eventualmente essere poi l'abilitatore anche di non so relazioni, più che posizionamento su certe aziende, più che di comprensione se quel modello in particolare ha applicabilità o meno in quel contesto specifico di industria o di, diciamo, processo, di modello di servizio. Questo è il tipo di, diciamo, di supporto che riesco a dare. Dopodiché tu mai mi hai definito, hai un buon narratore. E questa diciamo che ho la fortuna che, tra l'altro, di averla trasmessa a mia figlia, piccola, che nei suoi 10 anni ha praticamente una dialettica che potrebbe già fare pubblich speaking in id talk, tanto che che è fluida e tranquilla sul palco Grava, questa.

Fabio Lalli:

Questa è sicuramente una fortuna. No, sa, per raccontare, è una fortuna perché molto spesso c'è chi ha tanto più contenuto di me o tanta più esperienza di me e magari ha un'inimpizione per non riusciare a tirare fuori quel valore che ha dentro. E io di questo è sempre stato un po un vantaggio, onestamente l'ai, l'ai assolutamente, diciamo intercettato, ed è un qualcosa di di utilissimo. Oggi diciamo che uso questo chiamiamolo superpotere, da una parte per raccontare l'interpretazione che do al mercato, alle tendenze, alle tecnologie, a quello che continua a studiare tutti i giorni e, dall'altra parte, uso questa stessa, diciamo capacità per aiutare spesso magari realtà a raccontarsi meglio da quello che che fanno.

Kevin Escoda:

Allora mi mi ritrovo su queste due cose prima di parlavi, che porti un po la tua esperienza, anche in termini di user esperienza e del punto di vista della tua utente. E proprio le tecnologie che indaghiamo noi sono proprio quelli che hanno bisogno di di maggiore sviluppi su questo aspetto. Certi settori fanno ancora fattica a caspire queste cose e ci ritroviamo ancora oggi con delle applicazioni.

Fabio Lalli:

Ma guarda, sembra che queste applicazioni sono fatte su Windows XP, allora provo a risponderti una cosa che mi hai chiesto prima, che ancora non ti ho risposto. Tu mi hai detto qual è la sfida che stanno affrontando le, le realtà che vanno sul mercato. Allo stesso tempo è la stessa sfida che volentono, lente, anche i grandi player no, i grandi gruppi, le grandi entità che, da una parte, è quella dell'interpretazione del mercato. No, cioè cercare di capire quanto, quando e quanto è il momento di muovere, di investire o di cambiare determinate, diciamo, caratteristiche. Chiaramente, tanto più si è grandi, tanto più questa cosa è complessa da da viare.

Fabio Lalli:

Dall'altra parte, quando si è piccoli, piccoli come una startup, quella capacità invece di cambiare rapidamente o di guardare tanto, tanto, tanto avanti, spesso addirittura oltre quello che tutti riescono a guardare o a vedere, è comunque una complessità. No, io ho avuto un manager capo, per quanto io mi ci sia preso, attestate, durante il percorso professionale, infatti, mi ha insegnato una cosa che non è così banale no, lui mi ha sempre detto fabbio, quando si fa tanta innovazione non si vende nell'oggi, perché l'innovazione non la vendi, devi evangelizzarla, devi spiegarla, devi raccontarla, devi far avvicinare le persone. Questo volente, no lente, è un mestiere e forse è diverso pure da dal riuscire a creare, diciamo, valore nel, nel medio, breve termine, la parte, chiaramente, se sei troppo in anticipo è come se sei troppo ritardo. È un tema da dover gestire con due complessità differenti. Per un tema da dover gestire, i grandi hanno proprio questo problema, cioè cercare di capire quando è il momento di riuscire a cambiare, perché il movimento che generano nel momento in cui si attivano, cioè la mole che di dispostamento che generano quando si attivano, è talmente grande che se hanno sbagliato il tempo diventa, diciamo, mastodontico l'errore fin da subito.

Fabio Lalli:

Per cui c'è una complessità che è quella dell'interpretazione del time to market, sempre che ci sia piccoli o che si sia grandi, e questo, secondo me, è la grande, grande, vera complessità. Poi viviamo un mondo, come hai detto tu, anche grazie alle varie tecnologie che in qualche modo stanno accelerando a livello mastodontico, a livello velocissimo, a livello proprio che quasi ingestibile. In effetti stanno talmente tanto, invece, comprimendo il tempo che la complessità sta sta aumentando, perché sembra quasi sempre di essere poi ritardo, di essere naffanno, e questo effetto è quello che poi negli ultimi due anni, in particolare post coi, secondo me soprattutto ha generato l'effetto fomo, cioè il dover rincorrere e doversi buttare dentro a qualcosa senza avere capacità, conoscenza per il tempo di stare e comprendere, perché devo esserci, non posso perdermi il treno, con tutti i povi gli effetti collaterali del caso, che al mio avviso sono peggio addirittura di rimanere indietro e partire un po ritardo. Insomma, finché parti ritardo, se non è proprio troppo tardi, ha il tempo di rimetterti, in modo recuperare un po, ma hai ancora qualche capacità di investimento.

Fabio Lalli:

Se parti troppo presto e ti butti in qualcosa che dopo domani muore perché era un cerino e non era una vera fiamma di fuoco, che che arde, che saccende, hai bruciato troppo presto i capitali e addirittura hai preso una strada sbagliata, per cui devi pure tornare indietro. E questo, chiaramente, secondo me, è ancora più dannoso del partire un po ritardo. Per cui vedi che cambia il tempo, cambia l'accelerazione, cambia la tecnologia, ma il problema del time to market è sempre il nodo centrale, sempre il punto centrale del del problema ci mi ritrovo totalmente e come lo dicevi, che sia su sulle grande o anche su, su, su, su, su, su.

Kevin Escoda:

Le startup. Attualmente stiamo le parlando su la tokenization e proprio l'esempio giusto. Potetevi parlare di questo ambito? in 2019 non aveva nessuna occasione o opportunità di andare avanti con le banche, nessuna. Quindi, quindi, totalmente. Dopo aver visto questa parte consulenziale molto interessante, iniziamo da vedere un po le tecnologie. Ti ne ho un po parlato. A tua una propensione a parlare un po di più sul metaverso, virtual reality, augmented reality, su, su quel, su quel argomento. Visto che hai creato metaverso, mi sono abbonato al canale telegram. Consiglio a tutti quelli che ci ascoltano di andare su telegram e metere metaverso. Metterò il link su sull'articolo la cos'è metaverso? raccontaci il gruppo telegram l'idea dietro di metaverso e quindi la tua, la tua introduzione del vero ambito del via e metaverso e augmented reality.

Fabio Lalli:

La faccio un pezzettino di passo indietro così che possa dare un senso, diciamo, al nome. Certo, sai, metaverso l'abbiamo vissuto come un, un'imposizione da parte di facebook, che ha cambiato nome e a secondo me è generato forse il più grande misunderstanding globale, probabilmente sul tema e sull'utilizzo del tema. No, il fatto che si siano arrogati il, il nome ha creato, secondo me, quella confusione generale del. Il metaverso è una cosa sola ed è una piattaforma sola. La verità è che non ho mai pensato che il metaverso fosse una sola piattaforma, ma che fosse, diciamo, nemmeno un'entità, diciamo digitale, specifica, quanto la convergenza, più che un momento storico, diciamo di convergenza di più tecnologie mature che vanno a definire un momento temporale e immoccolare. Dopodiché il concetto di metaverso, da mio punto di vista, è abbraccia tantissime cose.

Fabio Lalli:

Abbraccia l'immersività, abbraccia la blockchain, abbraccia l'intelligenza artificiale, abbraccia la grande capacità di cloud computing che stiamo vivendo, quindi sono più tecnologie che simultaneamente stanno raggiungendo una maturità, nello stesso momento appunto, e questo sta creando la condizione dello sviluppo di un qualcosa che prima avevamo. Prima avevamo la realtà aumentata e l'immersività con le loro carenze. Prima avevamo l'intelligenza artificiale, che non era ancora sdokanata ed era applicata solo in alcuni contesti. Prima avevamo i meccanismi di gaming e gamification solo applicati ai giochi e non all'esperienza interattiva virtuale di tanti altri contesti.

Fabio Lalli:

Prima avevamo la blockchain, che c'è già da tempo ma non era ancora applicata a contesti di ownership di di asset più che ownership di dati, come potenzialmente invece si sta cominciando a sviluppare adesso. Poi diciamo che la scelta di chiamare il canale metaverse e battezzare questo canale di comunicazione così specifico era proprio per abbracciare temati che completamente diversi, che tratto poi quasi dei byday all'interno di quel canale, sui miei canali social che spazziano appunto da metaverso, inteso come piattaforme che si stanno connotando da fortnight roblox, da una parte più che altre, fino a tematiche di intelligenza artificiale, d'organizzazione e quant'altro Davvero di tutto su questo canale.

Kevin Escoda:

Lo trovo molto interessanti perché hai anche questa capacità di trovare le tematiche chiave. Avevo anche molto apprezzato il tuo focus dei parlavi dell'intelligenza artificiale, dei nuovi sviluppi su concià, gpt e un po' il momento apple store. Per continuare, prima di indagare un po' sul metaverso da tutti queste tecnologie che vediamo arrivare, qual è secondo te quella che va a avere il maggior impatto su noi, su le nostre società?

Fabio Lalli:

Ma quella. Non c'è dubbio che il tema dell'intelligenza artificiale sia l'elemento forse più impatante di tutto questo cambiamento che stiamo vivendo, perché abbiamo abbraccia qualsiasi contesto inteso come industria, qualsiasi processo all'interno di un'industria e qualsiasi livello potenziale di utilizzo, dalla formazione alla conversazione, quindi al tasto marketer, dai processi all'ottimizzazione, dalla predittività all'RND, praticamente a tutto, per cui credo che non esista altra tecnologia che possa avere un impatto così di grande cambiamento come l'intelligenza artificiale. Poi, ripeto, la convergenza di quello che stiamo vivendo rende questa tecnologia ancora più pervasiva, perché se ho una vessima maturità raggiunta dai sistemi di hiperconnessione, disponibilità di accesso ad internet, probabilmente ce l'avresti massi egregata ad un PC dentro casa. Invece oggi è pervasivo. Comunque, se non avessi la possibilità di cominciare ad avere visori, immersività aumentata, probabilmente non riusciresti ad applicarla a esperienze, touchpoint e modelli di interazione completamente diversi. Pensa banalmente alla voce dentro casa più che a sistemi di interazione vocali o di qualsiasi altro tipo. Credo che veramente l'AI è l'elemento di cambiamento e battezza, dal mio punto di vista, se tirassimo una linea temporale storica, dei grandi cambiamenti quanto la rivoluzione industriale.

Fabio Lalli:

Ora, diciamo che in questi giorni sto studiando sociologia, perché ti trie una cosa che sembrerà folle, kevin. Però da circa praticamente un mese mi sono riscritto all'università, per cui sto studiando di nuovo per dimostrare ai miei figli che papà studia anche a 46 anni Bravo, fabio. E sto studiando sociologia e la cosa incredibile di questo esame che sto preparando per quanto siano temi che sono 10 anni che ne parlo e ne comunico è stato di dover rimettere la testa su questo. E sto studiando esattamente il momento dell'industrializzazione. Ho trovato dei paralleli con l'arrivo dell'intelligenza artificiale che sono incredibilmente intensi.

Kevin Escoda:

Sì, no mi immagino, mi immagino.

Fabio Lalli:

Guarda allora dalla risoluzione diciamo, di alcune attività, appunto, che l'industria e i macchinari hanno introdotto liberando il tempo delle persone. Al momento della rivoluzione industriale, per esempio, è stato introdotto il concetto del tempo libero delle persone, il motivo per cui i contratti di lavoro avevano il tempo libero. Ok, se tu ci pensi, l'intelligenza artificiale cosa che diciamo tutti, tu, ogni volta che ne parliamo, quando si dice malintelligenza artificiale servirà a automatizzare quelle operazioni pallose o ripetitive che le persone fanno. È la stessa identica cosa che hanno fatto i macchinari quando sono stati introdotti e sono nati le industrie Oppure. Le industrie, grazie alla costruzione del motore a scoppio, hanno trasformato il concetto di tempo-distanza.

Fabio Lalli:

L'intelligenza artificiale, in qualche modo, non sta cambiando tanto il concetto di distanza fisica, ma sta accorciando ancora di più il tempo, perché il processo di produzione, il processo di generazione accorciò altrimenti il tempo. Per cui, e posso continuare, ci ne stanno almeno altri 4-5 di fattori che mettono in parallelo la rivoluzione industriale con quella dell'intelligenza artificiale. Forse, non lo so, forse tra qualche anno nei libri storia ci sarà la rivoluzione industriale come il grande momento di cambiamento storico dell'umanità e poi la rivoluzione dell'intelligenza artificiale come secondo grande momento storico. Per quanto in questi anni abbiamo parlato di internet, abbiamo parlato di commerce, abbiamo parlato di mobile, abbiamo parlato di social media, ma nessuno di questi ha creato una discontinuità nuova come la rivoluzione industriale rispetto a quello che può creare l'intelligenza artificiale.

Kevin Escoda:

Ancora mi ritrovo. Ti dico la sociologia, si, ti piace anche la storia, tutte queste cose vai a prendere molto piacere, oltre Norber Elias, che ha parlato molto di queste temazze, che è l'impatto dell'industrializzazione sull'industriale societale. Forse Norber Elias non lo consiglio alle ascoltatori, è una lettura molto sociologica, è interessantissimo. Va a leggere, deve essere interessante per voi, è davvero molto interessante da leggere. Io ti consiglio a te. Invece è un atore francese che ci fanno studiare in Università di Sociologia in Francia, che si chiama proprio la rivoluzione industriale di Jean-Pierre Rieu, che ha analizzato in uno o due libri l'effetto della rivoluzione industriale. E bravo, guarda adesso.

Fabio Lalli:

Come lo sto leggendo. sto facendo le letture di Balzac, Bravo bravo, oltre bravo.

Kevin Escoda:

guardate ti consiglio altre libri, guarda, continuiamo a fare questo. Io continuo di farti domande e ti lascio rispondere perché fino ad adesso sono d'accordo con tutto. Quindi continuiamo così. Davvero molto, molto interessante. E mi ritrovo anche quindi su questa visione su LIA. Io parlavo della Blockchain, parlavo così solo della Blockchain fino a 2022, sto dicendo a miei colleghi guarda adesso una seconda passione tecnologica, poi una seconda passione, kevin, se posso, è come me, no.

Fabio Lalli:

Qualcuno mi ha scritto qualche tempo fa ah, parlavi solo di Metaverso. So, è un periodo che stai parlando di intelligenza artificiale e io ho detto guarda, non vedo differenza in quello che sto raccontando, perché di fatto non stiamo parlando di due cluster di tecnologio di ambiti completamente diversi. Sono fortemente convergenti, secondo me, il mondo dell'intelligenza artificiale e quello della Blockchain, visto che parlavi di questo, sono estremamente convergenti, anzi, io credo che la sua rapposizione dei due temi nei prossimi medio, brevi tempi, che possono essere veramente banalmente l'anno prossimo, non nemmeno guardare troppo lontano è un qualcosa che avrà, cioè non sarà più raccontata separatamente, così come l'intelligenza artificiale e immersività. Cioè, io questi giorni mi sto trovando a fare dell'esperimentazione con il mio team di immersività, di implementazioni di AI generativa all'interno di contesti fortemente immersivi, xr e VA cioè come fai oggi a dire sono due temi differenti, quando la verità è che sono fortemente immersivi.

Fabio Lalli:

Cioè, per esempio, microsoft con Flight Simulator. Adesso, per tornare a un qualcosa che conoscono tutti, senza fare esempi più specifici di nicchia, flight Simulator tendenzialmente è un gioco che da anni è conosciuto e noto anche a chi proprio non ci gioca simulatore di vuoto. Ma Microsoft, negli ultimi anni, con l'introduzione dell'intelligenza artificiale generativa, ha cambiato completamente il processo di produzione del contesto interattivo del gioco. Quindi, invece di avere player di omini e disegnano scenari e che comunque definirebbero, all'interno del gioco, degli stati finiti di gioco, l'implementazione dell'intelligenza generativa crea una condizione per cui ogni scenario, ogni momento di gioco ha un suo momento, uno unico perché è fatto di una generazione, di un contesto, dell'esperienza dell'utente, del tipo di contributo e quindi di così casualità di gioco che si sta verificando con un contesto che potenzialmente non sarà mai lo stesso, pur giocando costantemente a quel gioco, per ogni secondo di ogni giorno, di ogni anno, di ogni mese, di ogni anno.

Fabio Lalli:

Questa cosa è potentissima dal mio punto di vista, cioè un qualcosa che allarga lo spazio di gioco, di intrattenimento, di progettazione, di possibilità all'inesia potenza. Oppure, per esempio, perché questo è l'altro esempio su cui stiamo lavorando, invece, in questo caso nel B2B, quindi con un'azienda il caso di analisi dei rischi e la simulazione dei rischi, grazie appunto all'intelligenza artificiale generativa applicata dei simulatori di, in questo caso Crash, quindi non meno. Ti ho detto l'industria, senza dire l'industria. Immagina cioè, fino ad oggi lo scenario è prendo un veicolo e lo sparo a 100 chilometri orari contro un buono per farci i test di crash, poi ne sparo un altro, ne sparo un altro, ne sparo un altro, cambiando leggermente delle variabili per vedere come reagisce.

Fabio Lalli:

No-transcript. Farci fare un'altra cosa come reagisce di simulazione di casi d'uso, di casi proprio di condizioni che prima tecnicamente non potevo fare perché avrei dovuto devastare veicoli su veicoli, costi su costi, con tempi in menzi. Oggi questa cosa riesco a farla in tempi modi, costi decisamente minori. Farla in tempi, modi, costi decisamente minori, creando in tra l'altro, la condizione di studio di fattori che prima non avrei mai nemmeno preso in considerazione.

Kevin Escoda:

Certo, Cosa è?

Fabio Lalli:

Certo, Come è potentissima. Sto dicendo una cosa secondo me banale.

Kevin Escoda:

poi, eh Non, so, no, no, no, e per niente banale, e me fa anche molto piacere che ne parli, perché penso che non tutti hanno anche una consapevolezza di queste simurazioni. Ne abbiamo parlato non so sei sentito il podcast qualche settimana fa con Marco Terribile, che lavora con me, e abbiamo tratato questo argomento in un modo molto fantascienza, voglio dire. E mentre io sono un passionato di cosmologia e da anni le simulazioni sono un elemento chiave della cosmologia, quindi studiare l'universo attraverso i modelli che vanno a replicare tutti i parametri per studiare l'universo, e mentre nel mondo aziendale è anche qualcosa sempre di più usato, ma anche attraverso sistemi di digital twins o altro, e la consapevolezza dell'uso di questo per potere indagare su modelli, ma anche modelli produttivi, ovvero la tua cattena di produzione per cercare dei feccentari. Quindi vai a creare una simulazione dove tutti i comportamenti dei agenti sono simulati e più la tua simulazione è efficiente, più vai potere avere delle conoscenze, delle knowledge. Quindi no, è interessante che tu racconti, perché non penso che tutti hanno questa consapevolezza. Oltre a simulazioni, sempre sul metaverso, un punto che volevo chiederti è potresti aiutarmi a spiegare ai gente che ci ascoltano?

Kevin Escoda:

Adesso c'è un prodotto. Sentiamo sempre parlare un po' di più di quello. Ha già parlato di meta, quindi Facebook che hanno uscito questo device, il meta Quest 3, che sto testando, anche testando da un mese le X-RIL R2. Aggiungerò le link sul sito. Quindi abbiamo una cosa che è essenzialmente VRAR virtual reality, augmented reality. L'altro è più un schermo, un spazio virtuale. Quindi hai un device che ti consente coligli in Chromecast e metterti le video tra i 4 schermi quando lavori. Comprendo questi device e giocando con quelli, ho anche scoperto il termine dei 3DOF e 6DOF. Ci puoi dare chiarezza in tutto questo? La differenza tra RVR?

Fabio Lalli:

Sì, allora intanto io invece ho avuto modo di provare in laboratorio ristretto il Vision Pro.

Kevin Escoda:

C'è la waitlist.

Fabio Lalli:

Sì, a parte la waitlist, c'è l'anno dei partner a livello global, i grandi brand che in qualche modo hanno, mi dà di accedere per iniziare i sviluppi in anteprima. Davorando con alcuni di questi brand, mi sono trovato a poterlo utilizzare e ti dico è impressionante. Se tu hai provato e proverai.

Kevin Escoda:

No, no, no sogno Cosa di incredibile.

Fabio Lalli:

La cosa che a me ha stupito del Vision Pro rispetto al Quest l'altro, la fortuna è stata di averli provati a distanza di 10 giorni dal primo impatto, perché mi è arrivato il Quest 3 e 10 giorni dopo ho avuto modo di provare il Vision Pro.

Kevin Escoda:

Ok, allora raccontaci questo, il Vision Pro, perché già la pubblicità è qualcosa. Raccontaci un po' da tua esperienza.

Fabio Lalli:

L'esperienza è questa. Ti racconto veramente come me lo hanno fatto provare, perché secondo me questo è l'effetto che poi è incredibile. Tu hai provato il Quest 3, così come altri visori, un pone ho provati, compreso il PIC e altri. Fondamentalmente la differenza quando sei in modalità pastru, cioè vedi il contesto, mentre sei in modalità XR6, tu hai delle telecamere che hanno una risoluzione ancora più bassa della qualità del reale, per cui il rendering dell'oggetto che tu hai in qualche modo tra te, il reale, è molto più nitito rispetto a quello che stai vedendo all'esterno. È questo, chiaramente, di consente di capire qual è l'oggetto, da qual è il contesto fisico reale e quello virtuale.

Fabio Lalli:

La sensazione incredibile del Vision Pro è stata questa mi metto in testa il Vision Pro, poi tornerò indietro su altri due caratteristiche che, permesso, sono anche più importanti. Quindi inserisco il Vision Pro sulla testa e dentro dentro una stanza. Quindi non l'ho messo che ero già nella stanza di destinazione, per cui sono entrati in una stanza dove c'erano degli oggetti virtualizzati E io non ho visto gli oggetti virtualizzati. In che senso? non hai visto? In senso che per me non erano virtuali, cioè non sono riuscito a scindere a colpo d'occhio appena entrato nella stanza. Occhio a capire tra le altre.

Fabio Lalli:

Da quello che era fisico, cosa che, se tu lo provi con il Quest, per esempio, per me comunque non ho ti Cioè se io lascio l'oggetto dashboard in salotto, mi sposto e rientro in salotto. Quella dashboard è talmente nitita di colori rispetto alla leggera ancora sgranatura di contesto, che tu vedi l'oggetto virtuale rispetto al reale, il Vision Pro. Questa differenza è talmente minima che non te ne accorgi, perché la qualità del visore interno, quindi del monitor, e la qualità delle telecamere esterne è talmente alta che tu non hai questo grande distacco tra quello che stai riprendendo rispetto a quello che è renderizzato.

Fabio Lalli:

Seguendo un'immersione, è incredibile. È incredibile l'oggetto è fisicamente lì e questa cosa è già il primo impatto. Però ti dico due cose che mi hanno colpito notissimo. Intanto l'onboarding metterti in testa il visore Vision Pro, rispetto agli altri, è che sembra di fare lo swipe sull'iPhone. Tu ti metti il visore, che è molto già più fluido proprio come inserimento in testa, è molto meno casco L'occhiale a fascia quasi da snowboard, rispetto agli altri che con il gettone in testa, io lo chiamo con la fascia centrale sopra la testa, comunque di danno l'effetto del casco, mentre il Vision Pro sembra un occhiale. Ok, questa cosa, nel momento in cui la inserisci e ai già le mani senza il controller riconosciute, è come quell'effetto swipe che ha introdotto l'IOS quando ha fatto uscire l'iPhone disblocco del telefono senza doverti inventare chissà quali gesture o complessità. Quindi c'è questa semplicità di accesso al dispositivo che io ho trovato incredibilmente nuova, tanto che secondo me questo sarà uno degli effetti per cui sarà semplice adottare quel dispositivo, come è successo con l'iPhone. se ci pensi al tempo, oggi, se tu sei stato qualche demo fisica dove c'è qualche visore utilizzato per fare sai, eventi, intrattenimento, vi ho dicendo l'effetto che succede sempre in matematica per poi lo facciamo pure noi per i clienti è che c'è sempre quella percentuale di utenti che, mettendo il visore, ha il problema dell'accetto sopra la testa, il dito affastito e non si incastra, il problema dello stringere bene il visore dietro, davanti, lo collaccio che non va, il problema dei joypad, cioè dei due controller che non so dove cliccare, come devo fare, ma quali devo premere, quello davanti o quello sopra, e poi il dove devo cliccare quando sto dentro al visore. Questa cosa con il vision pro non succede perché lo indossi. la scansione delle mani praticamente immediata e con il, diciamo, l'indice, il pollice che si uniscono e fatto il click. e questo secondo me, in termini proprio di user experience, di semplicità, questo sarà utilizzabile anche da mia nonna, mentre oggi, mia nonna, se io le metto un casco in testa, rischio che l'avete praticamente tra ballare o stamparsi addosso un muro o comunque cadere o comunque avere difficoltà nell'utilizzo. Dopodiché dico la cosa che veramente mi ha colpito, che credo sia la parte più innovativa veramente Qual è Praticamente, quando tu parli con una persona con gli occhiali ok, non parlo occhiali a sole, parlo occhiali da vista se ci pensi, tu riesci a guardare negli occhi la persona perché le lenti sono trasparenti, ok, quindi quasi non ti accorgi che quella persona ha gli occhiali perché lo sguardo si riesce ad incrociare con l'altro sguardo. Se io e te mettessimo tutti e due il quest 3, tutti e due ci vediamo nello stesso contesto, ok, ma non ci stiamo guardando. cioè ci vediamo, ma non si incrocia lo sguardo.

Fabio Lalli:

Nel Vision Pro, l'introduzione di quel led esterno che rimappa gli occhi grazie alle telecamere esterne interne scusami consente di guardarsi e questa cosa è la cosa che a me ha colpito di più, perché l'aver curato il dettaglio del concetto di guardarsi permette a quel visore di non essere isolante, cioè tu, quando hai il quest 3 in testa, o qualsiasi altro visore di oggi rispetto a una persona che ti sta intorno, ti guarda, quindi ti guarda, tu la guardi, ma non vi state. cioè ti vede, ma non vi state guardando.

Kevin Escoda:

Allora sì e no sul metacquassi, su x-ray, il R2 e no, invece che sono occhiali, ma il caso d'uso è diverso, quindi non siamo su Il caso è perfetto, sei sugli occhiali fatti un foro.

Fabio Lalli:

Ho comprato su tema degli occhiali, lì secondo me è un altro ambito, proprio d'uso.

Kevin Escoda:

Si si esatto è un secondo monitor.

Fabio Lalli:

È un secondo monitor, esatto, quello è un secondo monitor. Qui stiamo parlando di un, qualcosa che è ancora diversa. Poi, un tema degli occhiali che fanno da secondo monitor. Allora sono d'accordo con te. Diciamo che era un po' per quanto diciamo, non efficace. Allo stesso modo lontana tecnologicamente, ma anche a livello proprio di ergonomia, erano i Google Glass. No, Cioè, i Google Glass erano il secondo monitor.

Kevin Escoda:

Sì, sì, la cosa è.

Fabio Lalli:

Sopra in alto a destra rispetto all'occhio ed era un secondo monitor.

Kevin Escoda:

Ma guarda, ti direi una cosa su queste cose, quindi testo le due, ho ricevuto prima le X-Rail e la cosa che dicevo ai miei colleghi io sono, attenzione, sono un grande giugatore, adoro, penso come tu un geek, quindi aspettavo di testare metà questa avevo già testato in amici o altre delle cose di virtual reality. Finalmente, dopo un mese te dico che io ad oggi considerano non il software ma il hardware. Rimeto indietro il metà queste che non mi va, e ne parlerò un altro giorno. Non mi va, mentre le occhiali le guardo, è un caso d'uso diverso. E per dirti, a quel punto aspetto queste Apple Vision, perché secondo me è proprio il mix e il software dei questi occhiali, quindi qualcosa che puoi indossare, vedere le altri, qualcosa di usabili, mentre il metà queste cioè è complicato, molto complicato, come lo dici tu. Un caso diverso, un caso, un caso differente.

Fabio Lalli:

Sì, sono cose diverse. Però l'introduzione, secondo me guarda veramente veramente nuova rispetto alla visore di Apple, è che è molto più vicino all'occhiale, come dicevi tu, degli altri visori, perché il fatto di potersi guardare credimi che è un'esperienza completamente differente rispetto all'Opri. Poi è ovvio che la confronti invece con chi sta progettando l'occhiale per la realtà aumentata, allora quello è un altro tema. Quello, secondo me, è assolutamente un altro tema. Rischiamo di, diciamo, di confrontare, meleppere.

Kevin Escoda:

In quel caso no, sì, sì, sì mi dico ho stato molto sorpreso sul metà Quest. Hai queste camera, dicevi, c'è questo effetto granoloso. Neanche puoi vedere un altro schermo perché la qualità è scarsa, una risoluzione abbastanza bassa, non potrai leggere, non puoi leggere il tuo telefono perché la qualità è esanneu e Cioè, riesci a leggere, perché riesci a leggere un po', però ti dà fastidio come se fai spogato, come se è vero, cioè non riesci.

Fabio Lalli:

Allora io a casa veramente li ho tutti, perché poi è forse sperimentare a comprarmeli. E io ho notato che comunque tra Quest 3 e il Pro, che era uscito solo poco prima, di veramente di nove mesi prima, c'è comunque già un abbisso di delle camera, cioè il passaggio tra Quest 2 Pro e Quest 3 è incredibile il passaggio, tanto è vero che giocare dentro casa ai vari giochi in una mix de reality è comunque un'esperienza faulosa. Io l'ho visto anche con i miei bambini quando gli l'ho fatto provare. Sì, sì, sì, totalmente È veramente un'esperienza faulosa. Però va bene per giocare perché tu sei concentrato sull'oggetto virtuale, non sul fisico. Ma se tu devi avere delle interazioni con il mondo fisico, il mondo fisico è talmente sfogato, ancora per quanto migliorato rispetto ai precedenti, che secondo me ancora non è maturo per poterlo indossare per fare altre cose.

Kevin Escoda:

Bravo, hai riassunto il punto. Invece, 3DOF, 6DOF la differenza tra i due. Quindi, io compro un occhiali come il XRIL R2, che fa solo 3DOF, e un visore come il Apple Vision Oil Meta queste, che fa 6DOF. Qual'è la differenza?

Fabio Lalli:

Allora per spiegarla diciamo prima, mai detto, spieghiamole in modo semplice, perché poi faccio con i miei figli quando praticamente li sto addestrando ad essere dei nerd, e la verità è che poi il carattere dei bambini converge su cose differenti.

Fabio Lalli:

Però diciamo che allora il 3DOF rispetto al 6DOF, per dirla in modo semplice, la differenza è questa diciamo che i visori 3DOF sono quelli che riescono in qualche modo a, grazie al movimento della testa e quant'altro, a rilevare l'inclinazione e l'orientamento degli oggetti, ma non diciamo tutta la libertà dell'oggetto nel contesto. Quindi l'oggetto è in qualche modo passa nel termine, fisso rispetto ad uno spazio che fa riferimento all'occhiale come asse principale, mentre il 6DOF l'oggetto è fortemente contestualizzato e dipendente dal fatto che le fotocamere del visore hanno mappato completamente, diciamo, il contesto intorno praticamente al visore attraverso una scansione che viene fatta all'inizio del processo di onboarding o comunque di mappatura del contesto. Non è facile da spiegare per chi non li ha mai provati o si è mai occupato di, diciamo, di tridimensionale in generale. No, si, non me lo spieghi bene, non è facilissimo. Diciamo che gli oggetti del 3DOF sono fissi e in movimento, ma rispetto alla persona, mentre nel 6DOF sono fissati nel contesto come se fossero degli oggetti veri, diciamo così, per cui il visore che si muove nello spazio riesce a vedere l'oggetto da angolazioni differenti.

Kevin Escoda:

L'hai spiegato bene. Io, ad esempio, racconterò quindi le casi d'use diversi. L'x-ril R2 è adesso il mio piccolino, prezioso per i film, quindi è anche ogni tanto per il lavoro, perché con queste occhie posso vedere il mio schermo. Quindi mi aggiungo un schermo a destra, uno a sinistra, che sono fissato sul muro, quindi sono vicino dal mio schermo del computer e mi fa tre schermi schermo del computer e questi due schermi.

Kevin Escoda:

A casa invece arrivo e quindi metto un grande schermo dimensione IMAX, me lo metto la qualità dell'X-RIL R2 sul metà questo è anche sul nero, quindi il nero è davvero nero. Quindi ti metti nel nero nella tua stanza e vedi dietro il reale, tu fisi il schermo dove voi. Quindi ho lo metto in fronte di te o lo metti sul sopra di te quando sei allungato, davvero dove voi, o hai anche il smartphone, quindi un po come ho il metà quest ti segue, mentre sul metà quest faccio la stessa cosa. Quindi la cosa che stai spiegando è che queste oggetti sono vivanti, quindi la stessa cosa. In più aggiungo un keyboard che nel virtuale con le mie mano sono in grado di cliccare su questo keyboard che nello spazio. Quindi un po 3DUF avere questo schermo nello spazio, ma io non posso interaggere con lui, non posso muoverlo con le mie mani o altro, mentre 6DUF proprio, cioè prendi le schermi con la mia mano, la posso, la metto lì.

Fabio Lalli:

E una cosa che possiamo fare con me Tu hai detto bene da una parte hai un secondo schermo in qualche modo, che ti porti dietro, virtualizzato, adesso si riuscete a sopra. nell'altro caso, invece, hai un visore che aumenta l'esperienza nel contesto.

Kevin Escoda:

Esatto, allora un punto. Questo mi fermo perché non è promozione e x-ray non mi ha pagato. Ma sono stato sorpreso di una cosa mi muovo molto in Francia, per Natale prendo l'aero.

Kevin Escoda:

Un altro grande vantaggio è che questo device non ha batteria, quindi tu non hai da mettere queste occhiali da scaricarli alla batteria tutto va nel cavo allora il svantaggio di questo è che per avere tutte le funzionalità loro non è tutto e per quello che fondamentalmente il hardware non è così pronto, non hanno stato in grado di integrare tutto il device nelle occhiali. Quindi tutte le trovi con deluxiasi, basillare, che puoi trasportare facilmente. Hai un cavo, lo puoi collegare direttamente dal tuo telefono e quindi poi fare mirroring e quindi se tu hai batteria sul tuo telefono le usi così come voi, e quindi diventa molto facile perché queste occhiali sono in una piccolina box. Le prendi con tecce, quella box è con il chiavetto e lo puoi mettere sul computer solo con il cavo. E si in più compri questo bim che costa 100 euro.

Kevin Escoda:

Lì hai due uscita su questo bim una la colleghi al tuo device, il tuo device è collegato a internet perché questo bim lo puoi mettere su in tethering sul tuo telefono e lì hai accesso, ad esempio, al chrome. Il chromecast non funziona ancora, ma è apple mirroring e quindi ti ritrovi con davvero un secondo schermo e hai anche poi installare le applicazioni android. Davvero stato molto sorpreso di non pensavo di dire io rendo il meta e guardo questa cosa irrà davvero per provare e finalmente c'è. Questo che succede. Preferisco qualcosa che è un casodoso, quando ci pensi, molto meno innovativo. Molto meno perché gli giochi su meta quest, l'hai detto, è fantastico. Ma te dire una cosa oggi passerò più più cinque ore a giocare su sulla mia xbox che nel meta verso, perché è immersivo, ma comunque è diverso non so come dire, sono d'accordo, sono d'accordo.

Fabio Lalli:

Ancora, il tema. Sai questo? potremmo agganciare un altro tema. No, quello che stiamo dicendo vai tema. E anche l'ecosistema del contenuto. Cioè sì, sì, finché l'ecosistema inteso come contenuto non è così sviluppato. Tutti questi oggetti vedi anche google class all'epoca ma così come i visori di di precedente generazione, oculus vi ha dicendo il problema del velocizzare la noia, no, perché non hanno talmente tanto contenuto, comunque un contenuto così utile da creare quell'attaccamento, cioè il telefono. Lo smartphone di fatto è diventato quello che è in particolare l'iphone, perché dentro veramente c'è un app per tutto che quello che invece non è successo windows phone, che non aveva un ecosistema di sviluppo. Così diciamo forte e continuo, esatto, mi sta facendo apple col vision pro ed il modulo per cui hanno anche posizionato, credo, il prezzo così alto, è proprio creare una adozione per adesso rallentata e il prezzo è una barriera d'ingresso non indifferente, ovviamente, perché ancora loro stessi sanno di non avere una maturità tale di ecosistema di contenuti da portare sul mercato quel prodotto alla massa. Perché se loro avessero fatto un prodotto di massa con un ecosistema scarso di contenuti, ci sarebbe stato un flop di adozione perché la maggior parte delle persone l'avrebbero abbandonato, un po così come è successo con i precedenti oculus.

Fabio Lalli:

È certo, per più natali ho regalato a persone, amiche, o a fratelli o a cugini i precedenti oculus. La verità è che stanno tentato un cassetto a prendere più o meno polvere perché dopo l'entusiasmo della prima giornata, secondo giornata tutti le hanno riposte nel cassetto, non le hanno più utilizzati. Loro sono me. Per poter evitare questo hanno messo una barriera alta all'ingresso, ma dovevano uscire con un prodotto per seguire l'ai, per la tendenza, per non rimanere troppo indietro, anche banalmente per un tema di borsa, volendo.

Fabio Lalli:

E usciranno successivamente, quando l'ecosistema di sviluppatori avrà fatto l'accelerazione che loro stanno già spingendo e a tutti gli effetti il fatto di avere un sistema operativo unico e di conseguenza tutti quelli che hanno oggi un app saranno ben incentivati a portare la loro app sul visore faranno sì che praticamente quell'ecosistema diventi utile fin dal tempo zero. Perché se io lì dentro mi trovo long banking, i sistemi di collaboration, i giochi, i sistemi per fare video call, il meteo e tutto quello che oggi utilizziamo, allora quello oggetto prende veramente vita. Ma se non c'è tutto questo, quello oggetto diventa un altro ferma carta che dopo tre giorni starà sulla scrivania a bloccare foglie.

Kevin Escoda:

Esatto, è successo anche questo su Apple TV. Avevano uscito le due, tre prime versioni della Apple TV. Non avevano le app dentro, non aveva la possibilità di installare app e quindi non vendita, ma davvero, davvero scarse, scarse. E sulla versione 3 o 4 hanno introdotto la possibilità di installare le app dell'Apple Store, non la televisione e questa box Apple TV che tu comprii con le ghi in HDMI sulla tua televisione e dali, e erano per chiudere, per fermarci di produrre questo prodotto. Finalmente è rimasto perché ha preso con l'applicazione totalmente.

Fabio Lalli:

Invece ha senso che io mi prendo agli Air 2, non l'ho presi, eh.

Kevin Escoda:

Allora, io sto penso di sì, perché penso che siamo un po' del stesso carattere. Io mi piace essere real adopter.

Fabio Lalli:

Sì, sì è uguale Allora prenderi.

Kevin Escoda:

Te racconto cosa è successo, brevamente, fino a un mese fa flop, le gente erano arrabbiati perché il beam era inutilisabile, questo device che te dicevo che compri, perché la cosa che diceve tu non potevi installare nessuna app, non potevi sideload app, e hanno fatto un aggiornamento. Stanno adesso ascoltando la community. Tutti dicono oh, ragazzi, hardware bellissimo, bellissimo questi occhieri, bellissimi software dovete lavorare. Perché adesso stanno ascoltando la community. Io adesso guarda tutte le applicazioni francese che ascolto sul streaming. Io guardo molto serie, film, sono tutti funzionale su questi occhiali. Ma ecco, allora generalmente non lo consiglio perché comunque, se tutti compri le due più le occhialite, fa 700 euro o 350, è esatto. Ma io guardo e infatti adesso sono da solo, ci siamo un po' separati con la fidanzata, quindi da sei mese o tempo per rimettermi a guardare il film, è un piacere. Mi metto sul soffa, cioè questo schermo. Lo so che si dice, qualcuno che mi guarda dirà, ma lui sempre mi voglio, è esatto ma lo porto al lavoro.

Kevin Escoda:

Adesso mi dico dai loro stanno che quando fado lavoro complesso, quando ho molto foglio exelo, cioè lo metto e metto le occhiali e bam bam bam. Li porto sempre con me, sempre.

Fabio Lalli:

Quindi mi salgano un sistema di puffie sull'induzione, ossia come prente si ha i Bose che ultimi praticamente come Ray Bann di Facebook.

Kevin Escoda:

Le altri sentono, ma leggeramente. Tu hai un nodio bellissimo, senza mettere niente nel buco delle orecchie.

Fabio Lalli:

Sì, sì, sì, è fantastico, questo. Io ho, si ha, i Bose che uso per andare a correre si aprente i Ray Bann di Meta. Non ho preso il secondo perché, onestamente, mia moglie moccide, perché non so veramente più dove mettere la tecnologia dentro casa. Però non volevo prendere quelli di Meta solo per via del fatto che adesso, sì, c'è l'intelligenza artificiale multimodale, per cui sembra una cosa fantastica e volevo aspettare qualcosa di più. Onestamente, questi mi ha un po' adesso rimesso la voce d'un e l'orecchio era un po' che li guardavo. Però il fatto che questi non abbiano tanto il tema dell'utilizzo, diciamo da intelligenza artificiale, quanto da monitor, ecco, questa è una cosa che invece trovo particolarmente utile.

Kevin Escoda:

Sì, sì, infatti sapevo, comprendo che non era la cosa che andava a maravigliarmi tecnologicamente, ma guarda che utilissimi e l'utilisero molto di più. Per me, il prodotto, per me mi va, mentre le altre che sono più avanzati aspetto quelli di Apple stavo guardando il Virtue. Stavo guardando il Virtue che quasi volevo testare perché adesso secondo me non compri e rimandino indietro. Quindi lo faccio spesso.

Fabio Lalli:

Quindi praticamente da loro l'Exterior lo l'è preso da qualche altro canale.

Kevin Escoda:

No, ci sono qualche problemi sulla vendita. Quando l'ho comprato io vado sempre un po' su Reddit, questi forum, per indagare e proprio quando l'ho comprato le gente non recivano il tracking e tutti quanti, quindi in Italia, lo poi molto paysano un po' in Italia e su Amazon, quindi direttamente su Amazon. Perché tu, dicendo, ovviamente cosa si può fare reso da lei. Sì, sì, sì sì, con loro?

Fabio Lalli:

penso di sì. Oh guarda, mi hai un po' intrigato, cioè Trivedo, avevo già il tarlo per tutti di farlo, però veramente sto comprando. Cioè, credimi, vi penso che tu mi possa capire, ma io a casa ho l'Xbox, la PlayStation 5, il visore della PlayStation 5 e i vari visori che mi No. Ma c'è questo, ti capisco, È una follia. Da una parte siamo di fronte veramente a rasantare la follia, perché poi l'invecchiamento, diciamo, di questi dispositivi è al surdo. Cioè io nell'ultimo cinque anni ho comprato 5 GoPro, ma adesso no, voglio dire non si può, oggettivamente, non si può. No, no, sì, sì.

Fabio Lalli:

Non si può. guardiamo come il nostro che siamo degli sperimentatori, però questo è un eccesso di consumismo folle, Esatto, esatto.

Fabio Lalli:

Stai incrementando di poco il beneficio, perché io sono passato dalla GoPro 8, alla GoPro 12, di là, sì, la qualità, l'intelligenza artificiale, ma quanta cazza rola utilizzi realmente. Un po' come se uno dicesse XL che utilizzi oggi di office che è avanzato di 10 anni. Io credo che il 90% della popolazione utilizzi XL quanto l'XL che c'era su i sistemi Lotus, cioè di 20 anni fa, capito, per far formule e formulette senza chissà quali altre complessità. Sì, sì, è stato un'e ancora peggio, solo che costa decisamente di più.

Kevin Escoda:

È un'altra tematica, forse servire per fare un'appuntata su questa tematica più più approfondita. Mi sono lanciato sui robot per porire la casa, ho comprato il mio primo, che non faceva lavapavimenti. Quindi una settimana dopo ho comprato il lavapavimenti dicendo mi vado a vendere, no, indescente, vado a vendere quello, il primo che ho comprato. Fa sei mesi che mi ritrovo con le due, uno che uso, l'altro che non uso, e fa sei mesi che mi dico devo venderlo indescente. Mi piace molto il tuo commento su anche questa propensione che abbiamo a comprare, a comodare questi obgetti e quindi avere un impatto diretto negativo sull'ambiente. Le gente lo sanno. Mi piace molto, molto indagare queste conseguenze.

Kevin Escoda:

Un'altra tematica e questo anche cerco di promoverlo nel podcast e nelle mie relazioni, se tu amate qualcosa, quindi il tuo caso, nel mio caso sono queste nuove tecnologie, metaverso intelligente, artificiale. Noi siamo già venduti a queste tecnologie. Quindi è sempre importante di indagare le aspetti negative per evitare il bias psicologico. Altrimenti prendiamo il rischio, come un certo maximalista nell'ambito bitcoin, di diventare estremisti nella nostra passione, non vedere più il lato negativo di questa cosa. E quindi lì mi viene una domanda per te. Abbiamo partellato sulla tematica del Lia, sempre con Marco, terribile, del legame tra Lia e la fantascienza.

Kevin Escoda:

Io, quando penso al metaverso, penso a una serie che per forza conosci, black Mirror, in cui in molti episodi mostriamo che questi ambienti digitali da una parte, consentono chiaramente di avvicinarci tra gli noi, tra gli nostri umani, tra la società, ma in parallella anche di isolarci un po' di più. Come vedi questa sorta di dichotomia, questa sorta di clivo, che sarebbe un po' paragonabile all'effetto che ha avuto internet, anche, nel suo modo, la televisione, ovvero una tecnologia che ha un profondo potere di migliorare e accelerare la nostra comunicazione, ma ha anche, in certi modo, di aggravare e accentuare la nostra opposizione nella società e la solitudine di certi individui. Ci sono modi per contrastarla, a mitigarla? È qualcosa di vero o primo? e ci sono modi?

Fabio Lalli:

di mitigarlo.

Fabio Lalli:

Per me questa è una super, super, super, super domanda, soprattutto perché la fai ad un papà di due bambini di 10 e 13 anni. Dico una super domanda perché allora, per anni, ma tutt'ora anche per quello che ci siamo detti. Fin dall'inizio sono sempre stato un evangelista entusiasta della tecnologia, quindi in qualche modo sempre spinto all'avanguardio, sempre spinto all'innovazione, sempre spinto al provare a sperimentare, ad adottare. Lo che vedo adesso da papà di due bambini, tra l'altro spinti anche loro da parte mia a far cose con il digitale fin da quando erano piccoli, è che la tecnologia è diventata talmente tanto efficace, gli strumenti sono diventati talmente tanto potenti.

Fabio Lalli:

L'introduzione dell'intelligenza artificiale, ma anche della capacità di progettare sistemi di user experience e gamification per suazione sempre più sofisticati, stanno portando noi tutti ad avere un addiction eccessiva verso praticamente questi sistemi, al di là, diciamo, anche, della passione che ci spinge a comprare, però proprio di utilizzo. No, quella continua a ricercare lo smartphone per fare il tap anche quando non ti serve, o del andare a far su wipe verticale solo per vedere contenuti come occupazione del tempo o produzione di andorphina, visualizzazione di contenuti che ti danno soddisfazione perché gratificano esattamente quello che vuoi vedere.

Fabio Lalli:

E l'ho vito con i due ragazzi no, che io chiamo ragazzi, ma la fine sono bambini di 10-13 anni che, col passare del tempo e con la fortuna sfortuna che hanno dentro casa di avere mille dispositivi, sono in qualche modo dei grandissimi spruitori, se non addirittura definibili fa cocitatori di contenuto. Ora, questo secondo me è veramente un grande tema su cui dovremmo riflettere, perché pure noi che siamo più grandi, abbiamo una capacità maggiore di discernimento, di razionalizzazione o, potenzialmente, di pensiero critico. Siamo malati in modo diverso anche noi, o a livelli differenti, di comunque di contenuto. Io credo di osservo tantissimo quando viaggio metropolitana, aereotreno. Credo che veramente non esista una persona sulla terra che non guardi oggettivamente il cellulare, anche distinto, e non perché ha veramente necessità di guardare quel contenuto per qualcosa che sia realmente di valore, come sbloccare una cosa di lavoro, rispondere a una cosa urgente ma semplicemente per poter fruire di un contenuto che ci dà quella dose giornaliera di dopamina.

Fabio Lalli:

Questo, secondo me, è un grandissimo problema della generazione, dell'era che stiamo vivendo, perché i sistemi stanno diventando talmente tanto più potenti che ogni volta è un passettino di più verso questa hiperconnessione che tu hai chiamato isolamento. Qui, ragazzi, in particolare, questo lo trovo veramente un problema, che è il modio per cui da papà e allo stesso tempo però da pusher sul mercato, perché alla fine di mestiere faccio questo, aiuto le aziende a raggiungere anche mio figlio, praticamente i miei figli. Sto cercando di mantenere un equilibrio che è fatto di istratamento verso il digitale, perché è inevitabile che dentro casa si parli di questo, si adotti questo e, sì, in qualche modo sia destrino anche i ragazzi all'utilizzo consapevole del digitale, ma cerco di bilanciare con contenuti veramente offline, tanta attività sportiva, il contenuto che gli destacchi e il disconnecta dai sistemi. Dopodiché c'è una riflessione che appunto, avendo due figli posso dire almeno come campione, seppur non significativo, però come un caso Io ho due figli che a distanza di tre anni, tutti e due nello stesso contesto, tutti e due con lo stesso papà, perché sempre io, quindi con tutti e due con lo stesso tipo di educazione digitale che chiamavano così dentro casa, sono esattamente due effluitori diversi di tecnologia.

Fabio Lalli:

Cioè, mentre per mio figlio la tecnologia il maschio è quello più grande, è un fine l'utilizza digitale per programmare a 13 anni, per programmare in Lua, in Roblox, per esempio, dove sta già guadagnando soldi, e Robux per vendita di asset che sta creando lui. Dall'altra parte ho la piccola, 10 anni, che usa il digitale come mezzo, quindi per lei non è un fine lei lo utilizza per estendere quello che lei vuole sapere o che deve conoscere come integrazione di altro che sta facendo. Quindi è complesso, cioè il tema è veramente complesso perché se ci lasciamo andare all'adduzione senza regole e senza la volontà di bilanciare siamo, come si direbbe a Roma, fottuti totalmente, perché siamo praticamente di fronte a un qualcosa che ci attirerebbe dentro come un buco nero Alla sua parte.

Fabio Lalli:

Invece, secondo me, proprio perché comunque, come hai detto all'inizio, internet è una grandissima opportunità di crescita, di conoscenza, di accesso alle informazioni, di relazioni, di connessione, di abattimento delle distanze, di miglioramento anche del lavoro, ve di l'utilizzo dell'intelligenza artificiale come potenziatore di alcune competenze, dall'altra non possiamo veramente, non possiamo non prendere in considerazione che su me la disconnessione è necessaria perché altrimenti caschiamo nelle bolle, caschiamo nell'utilizzo, diciamo, dell'intelligenza artificiale come se fosse una santità e un santo graal o una divinità in grado di risponderci a tutto senza capacità critica. A me la capacità critica, la creatività e la capacità di progettazione la trovi solo se soggettivamente sei veramente disconnesso, perché l'eccesso di connessione e questo tipo di strumenti ci stanno in qualche modo si potenziando la creatività, ma anche instratando verso una grande uniformità di creatività.

Kevin Escoda:

Sì, metto totalmente. E' sempre importante guardare questo toco con la realtà. Possiamo parlare con gente che sono reale con questo, ma questo toco con la foresta, la natura e le relazioni reale con il toccare l'altro, vedere l'altro ne parlavi anche con i visori e tutti questi strumenti. Vedere l'altro rimane una cosa bellissima. L'abbiamo visto con il Covid quando abbiamo avuto queste maschere a creare anche. Sono temi anche sociologici, filosofici e importantissimo. Guarda, abbiamo tante cose da continuare da dire.

Kevin Escoda:

Ne ha parlato anche un po'. Adesso ho un momento parlare un po' di sport. C'è una grande parte del tuo percorso che anche il legato del sport non l'abbiamo indagato in questa discussione, e questa fine di discussione fa anche dire che tra qualche tempo aspettiamo che succedano qualche cosa nell'ambito. Ma sarebbe molto interessante e ho preso molto piacere. Quindi sarebbe interessante continuare per indagare, primo, il lato un po' sportivo, come queste tecnologie stanno un po' muovendo il mondo del sport, ma anche che continuo di parlarci delle tue visioni e anche che passiamo un po' di tempo a parlare dei questi rischi che sono totalmente legittimi, fabio, davvero piacevolissimo. Mi è piacciuto molto, molto e lo sai, in tutte le nostre discussione continuiamo. Finiamo con due domande. Aveva iniziato, chiedevo a tutti il parere su spiegare la blockchain ad un bambino delle 5 anni. All'inizio il podcast era solo dedicato alla blockchain e adesso parliamo di tutto, quindi mi adatto un po' alle vostre expertise. Quindi, come spiegheresti il metaverso a un bambino di 5?

Fabio Lalli:

anni Allora, secondo me, se mi avessi chiesto di spiegare la blockchain ad un bambino, da avere risposto come quella cassetta, diciamo, delle promesse, dove puoi mettere una promessa e andarla a rivedere, e sarebbe inalterabile, per cui devi essere bravo a mantenere la promessa che hai messo dentro a quel cassetto. Ah bello, mi hai chiesto il metaverso. si invece parato talmente il metaverso. non dobbiamo spiegarglielo, perché per loro sarà più naturale di quanto ce l'abbiamo noi, cioè per un bambino verso è già il gioco e quella, soprattutto la generazione attuale, quella connessione dal fisico e digitale che per loro è già così, eh sì, sì.

Fabio Lalli:

Eh, quando mia figlia ha provato per la prima volta i visori ed erano due anni fa, parliamo quindi di una bambina di 8 anni per lei non ho dovuto spiegarle. Lei aveva un casco in testa e vedeva delle cose aggiuntive. Per lei era normale vedere delle cose aggiuntive digitali in cui era immersa. Eh, certo, un dubbio che era l'effetto wow di aver visto una balena da vicino o un dinosauro o uno squalo che le girava intorno. No, Quello perché è il contenuto e l'esperienza nel merito che non aveva fatto, ma l'osrumento, il contesto, per lei era normale. Quindi, secondo me, non dovremmo spiegarlo, perché per loro, anzi, traduttualmente, è mio figlio che mi spiega oggi Roblox, fortnite, le dinamiche, l'in. Certo, quindi, non siamo noi che dobbiamo spiegarla loro. Anzi, traduttualmente, la domanda vera è che domanda dovremmo fare un bambino per farci spiegare il modo verso E' bravo, bravo.

Kevin Escoda:

Mi ritrovo anche su questa risposta. E io sono nervo ogni tanto anche con questi giovani. Mi sento vecchio.

Fabio Lalli:

Speramente, ma veloce.

Kevin Escoda:

E dimmi l'ultima domanda che ti faccio come per tutti, c'è un libro, una lettura recentemente che hai letto e che ti ha inspirato? tutti i tipi di lettura che potresti consigliare quelli che ci ascoltano?

Fabio Lalli:

Sì allora avrei veramente tante più letture perché, oggettivamente, ultimamente, da quest'estate ad oggi, credo ad aver letto una roba come 22 libri. Quindi credo che ce n'avrei tanti, ma ce n'è uno in particolare, o meglio, due sarebbero in particolare, perché trattano due temi particolarmente limitro fino a uno dei due, più potente dell'altro come messaggio, visto che abbiamo parlato di intelligenza artificiale e in particolare le macchine di Dio di Elgano Votni, che tratta, diciamo, degli effetti collaterali dell'adduzione dell'intelligenza artificiale esattamente come una divinità, quello che lei chiama l'appiattimento proprio della conoscenza.

Fabio Lalli:

Ok, mi fa pensare Anil Geelman gay man Lei ha fatto una, diciamo una trattativa del tema molto dal taglio socio economico.

Kevin Escoda:

Ok interessante.

Fabio Lalli:

L'altro era, diciamo, nell'era della dopamina, visto che abbiamo parlato di Dickson che stiamo vivendo, ed è un altro tema che poi tocca comunque tematiche anche di capacità persuasiva del digitale, ma fa un forte parallelismo con tutto ciò che è, diciamo, la dipendenza da altre forme di dipendenza e spiega e fa capire quanto è potente invece la dipendenza da dopamina, perché non c'è un pusher, non c'è una malattia, non c'è una terza parte che in qualche modo interviene. Siamo noi stessi che produciamo dopamina e questa dopamina ci viene abilitata da questa fruizione postante di contenuti che ci porta ad essere malati di questa sensazione, tanto da non farne almeno e ci disconnettiamo del resto. Questo è un'altra lettura particolarmente interessante.

Kevin Escoda:

Molto, molto interessante. Aggiungerò le legame verso questi libri sull'articolo. Fabio, ancora una volta, e come dico sempre, passa il tuo tempo, il tempo disponibile in cui rispondi con un cervello sempre disponibile e davvero piacevolissimo, e ancora una volta con te, come con tante invitati, abbiamo toccato delle tematiche che trovo dei grandi interessi. Quindi davvero grazie, grazie, grazie mille a te, grazie, nel caso succedono delle cose e voglio un po' riparlare anche nel tuo ambito professionale, voglio raccontare delle cose. Mi chiami e ci ritroviamo, noi ci ritroviamo per il podcast in tre settimane, telequattere e a tutti alla prossima, ciao, ciao, ciao, ciao, ciao.

Intro
Introduzione / Focus - Metaverso, VR/AR : potenzialità e sfide
La Discussione con Fabio Lalli
La Discussione: chi è Fabio Lalli
La Discussione: Innovazione E Imprenditorialità, creare una startup con o senza VC?
La Discussione: la grande sfida che stanno vivendo le società nell'affrontare le tecnologie trasformative (AI, blockchain...)
La Discussione: l'importanza della comunicazione nell'era moderna - Come gli studi di comunicazione abbiano aperto un mondo e una visione nuova del business a Fabio (con un focus sulle sue attività professionale attuale)
La Discussione: la grande sfida che le società contemporanee stanno affrontando nell'adottare tecnologie trasformative (IA, Blockchain, metavero) -> il Time to Market
La Discussione: cos'è MTVRS, il suo canale Telegram
La Discussione: Metaverso, Altre Tecnologie e Intelligenza Artificiale
La Discussione: Tecnologie e sociologie - Una nuova rivoluzione industriale?
La Discussione: Apple Vision- Fabio raconta la sua esperienza
La Discussione: 3DOF vs 6DOF
La Discussione: XREAL o META QUEST? L'importanza dell'ecosistema
La Discussione: chiacchiaretta informale - vale la pena comprare XREAL AIR?
La Discussione: dualita tecno-sociale del metaverso e della digitalizzazione dei rapporti umani
La Discussione: come spiegare il metaverso a un bambino?
La Discussione: consiglio libro