Disruptive Talks: il podcast italiano sulle tecnologie emergenti e sulla zetetica (scetticismo scientifico)

S01E09: ESG, transizione ecologica e transizione digitale con Dino Passeri, General Manager di Distretti Ecologici SpA

March 03, 2024 Kevin Escoda Season 1 Episode 9
S01E09: ESG, transizione ecologica e transizione digitale con Dino Passeri, General Manager di Distretti Ecologici SpA
Disruptive Talks: il podcast italiano sulle tecnologie emergenti e sulla zetetica (scetticismo scientifico)
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S01E09: ESG, transizione ecologica e transizione digitale con Dino Passeri, General Manager di Distretti Ecologici SpA
Mar 03, 2024 Season 1 Episode 9
Kevin Escoda

🌿💡 Episodio speciale ESG e Transizione Ecologica, sempre sotto la prospettiva dell'innovazione 🌿💡

👨‍💼 Ospite d'eccezione: Dino Passeri, General Manager di Distretti Ecologici SpA.

Dopo un'introduzione focalizzata sull'argomento di discussione, ci immergeremo in un dialogo approfondito con Dino Passeri, General Manager di Distretti Ecologici S.p.A. Esploreremo insieme i temi fondamentali che plasmeranno il nostro domani: dalla transizione ecologica e digitale, fino alle strategie per contrastare il pericolo di "greenwashing".

🔍 Il programma della puntata:

FOCUS: ESG
- Definizione
- Dal mio scetticismo iniziale alla mia presa di coscienza

LA DISCUSSIONE: Dino Passeri, General Manager di Distretti Ecologici S.p.A
- Il percorso di Dino
- Distretti Ecologici;
- la sostenibilità oltre la tematica ambientale;
- l'importanza delle certificazioni;
- Tecnologia e innovazione come alleati della sostenibilità;
- Transizione ecologica e real estate;
- tanti altri...

👨‍💼 Chi è Dino Passeri: 

Figura professionale di spicco nel panorama imprenditoriale italiano, con una carriera diversificata che abbraccia più settori, dall'innovazione all'immobiliare, passando per il personal branding e la consulenza aziendale. 

La sua esperienza come imprenditore lo ha portato a fondare la sua prima società a soli 18 anni, segnando l'inizio di un percorso professionale che lo ha portato verso la sostenibilità, fino a diventare Direttore Generale di Distretti Ecologici SPA.

Oltre al suo impegno nel mondo degli affari, Dino  è co-autore del libro "Personal Branding Formula", che offre un approccio sistematico e strutturato per rendere il processo di costruzione del brand personale accessibile e gestibile.


#InnovazioneSostenibile #TransizioneEcologica #ESG #GreenTech #Sostenibilità #PodcastItalia #DinoPasseri #DistrettiEcologici #FuturoVerde #TechForGood

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- Definizione
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- Il percorso di Dino
- Distretti Ecologici;
- la sostenibilità oltre la tematica ambientale;
- l'importanza delle certificazioni;
- Tecnologia e innovazione come alleati della sostenibilità;
- Transizione ecologica e real estate;
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Figura professionale di spicco nel panorama imprenditoriale italiano, con una carriera diversificata che abbraccia più settori, dall'innovazione all'immobiliare, passando per il personal branding e la consulenza aziendale. 

La sua esperienza come imprenditore lo ha portato a fondare la sua prima società a soli 18 anni, segnando l'inizio di un percorso professionale che lo ha portato verso la sostenibilità, fino a diventare Direttore Generale di Distretti Ecologici SPA.

Oltre al suo impegno nel mondo degli affari, Dino  è co-autore del libro "Personal Branding Formula", che offre un approccio sistematico e strutturato per rendere il processo di costruzione del brand personale accessibile e gestibile.


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Speaker 1:

Ti piacciono i nuovi tecnologi, voi rimanere aggiornato O, se sempre è curioso, sei sul podcast giusto. Questo è Disruptive Talks. Ciao a tutti e benvenuto già per la nuova puntata del Disruptive Talks. Allora, l'avete sentito, abbiamo trovato la formula giusta con un Pickelino, focus introduttivo e una discussione. Siamo alla puntata nuova, quindi ancora riesco a fare delle puntate molto generale su queste nuove tecnologie. Da breve inizieremo ad andare un po' più inverticale su delle tematiche più specifici e più centrate. Per il momento mi piace dare un cappellietto generale su queste tecnologie, quindi toccare delle argomenti molto a alto livello con le invitati Mi consente anche di fare delle focus a alto livello per introdurre queste tematiche. Penso che abbiamo ancora 5-10 puntate così per introdurre un contesto globale e dopo che passeremo a tematiche un po' più particolari, un po' più precise, un po' più ricercate, da breve anche inizieremo a fare delle live video YouTube, twitch e Altruz. Stiamo cercando di capire, forse con il team di Synapse Community Stiamo un po' studiando la cosa, forse una volta al mese con un meeting regolare, una sorta di appuntamento per poter parlare su uno o due ore con varie persone in modo un po' più rilassato di queste tecnologie e approfondire le forze delle notizie. Stiamo evaluando tutto questo. Nella parlere da breve. Dai subito la puntata 9, isg Transizioni ecologiche. Condino Passeri, general Manager dei Distretti Ecologici. Vi lascio subito con un focus introduttivo e dopo la discussione Per questa puntata del Disripti Talks, andiamo a parlare di una tematiche che mi piace molto l'ecologia. E per farci oh, andiamo a parlare di transizione ecologica e dei tematiche ISG. Vi spiego subito cosa volete dire questo A supporto nelle discussioni andiamo a ricevere Dino Passeri, che una figura professionale di spicchio non solo nel panorama della transizione ecologica, anche nel panorama imprenditoriale italiano, con una carriera diversificata e abbracciato vari settori, dell'innovazione all'immobiliare e anche al personal branding o la consulenza aziendale.

Speaker 1:

Ha una propensione nel cambiamento di innovazione e ha dimostrato nel suo percorso professionale di avere una notevole capacità nel guidare le aziende verso la ricerca di nuove opportunità di mercato anche nel settore più tradizionale. La sua esperienza come impreditore l'ha portato a fondare abbastanza presto una prima società e oggi se ritrova direttore generale dei Distretti Ecologici SPA. Vi racconterà un po' il suo percorso nella discussione. Oltre al suo impegno nel mondo delle affari, dino anche il cuotore del libro Personal Branding Formula, con un approccio sistemico e strutturato per rendere il processo di costruzione del brand personale accessibile e gestibile. Allora, per introdurre queste discussioni, vorrei spiegarvi cos'è il ESG.

Speaker 1:

Prima di andare avanti, vorrei dire personalmente ho sempre nutrito un grande interesse verso le tematiche ecologiche ma, forse per colpare un background troppo orientato alla comunicazione, ho avuto qualche perplessità riguardando l'ambito ESG, percependolo come un ombrello forse troppo ampio sotto qui si racchiudeva svariete iniziative e da volta più orientata alla comunicazione o al marketing che alla vera sostanza. Comunque, adnas Mismi ha imparato molto presto che con questo principio della mano invisibile si possono essere externalità positive oltre alle negative e quindi, dal momento che queste politiche ESG hanno portato verso benefici concreti, non mi sono preoccupato oltranto. Ma questa discussione condino che segue è mia. Ulteriormente aperto le occhi sull'importanza e l'ampiezza del concetto di ESG. Allora ve l'avevo promesso. Cosa vuole dire ESG?

Speaker 1:

L'ESG è l'acronimo di Environmental, social and Governance e rappresenta i tre pilastri fondamentali attraversi cui le aziende possono valutare e riferire sul proprio impatto non solo ambientale, ma anche sociale ed di governance. Questo modello di reporting diventa sempre più rilevante nell'odierno contesto globale, dove le sfile come il cambiamento climatico, l'economia circolare, l'inevolenza crescente e il bilanciamento tra le risigenze economiche e quelli sociale richiedono una tensione particolare. Questi pilastri indrizziano le aziende per una gestione più consapevole delle risorse naturale e sociale, assicurando al contempo una governance solida e trasparente che supporti questa visione. Questa visione quindi allargata ci permette di affrontare le sfide globale con una prospettiva più holistica e integrata, promuovendo una sostenibilità che sia veramente transversale, inclusiva. Comunque, penso che meglio che parlarne io di queste tematiche vi lascio subito condino che un vero esperto che vi parlerebbe di queste tematiche molto meglio che io. Quindi vi lascio subito con la discussione. Ciao, dino, un vero piacere di aver sii con noi oggi, come stai.

Speaker 2:

Ciao, chè in caro, un piacere mio. benissimo, bene, bene, sono giornato impegnative, ma molto, molto produttiva.

Speaker 1:

Quel caso potrai raccontarci un po' tutto questo. Oggi ti ho invitato perché hai una storia imprenditoriale abbastanza interessante nelle tematiche che andiamo a toccare oggi l'ISG, il mondo ecologico. Quindi, prima di introdurre queste tematiche e vedere come le tecnologie consentono di migliorare tutte queste tematiche, raccontaci un po' tu, chi sei, e il tuo percorso fino adesso.

Speaker 2:

Io nasco imprenditore, ma nel settore della consulenza vengo da una famiglia di imprenditori nel mondo dell'imprenditori la conosco abbastanza bene e mi sono trovato da giovane, mentre studiavo, a avere delle occasioni di mettere subito in pratica un pochino del lavoro che stavo facendo. Io ho fatto studi economici e di marketing e quindi ho cercato di lavorare in quell'ambito. In quel periodo ero passato da lavorare nel mondo dell'abbigliamento al mondo delle costruzioni da qualche anno È un mondo che mi sempre ha avuto particolare interesse e soprattutto un network molto interessante, soprattutto per la realtà romana. Per chi sono romano sono nato a Roma e ho preso da Roma per una parte della mia vita Ho visto un'occasione nel senso che il mondo dell'immobiliare romano è stato un mondo molto importante e trainante, soprattutto per il caritore Verlazio, per il centro d'Italia in generale, ma poco sviluppato da un punto di vista innovativo.

Speaker 2:

La consulenza non era un settore particolarmente sviluppato ormai qualche anno fa, perché poi non è passata anni fa, se non qualcosa di più. Si lavorava molto a braccio nel senso dell'iniziativa imprenditoriale, iniziava, non si costruiva, si vendeva e finiva là. Non c'era proprio un studio, prima Era più una questione di opportunità che di vero studio. Mentre studiavo questo spazio, questo buon network dato dalle conoscenze di mio padre, ho averto la mia prima sopizionata sui componi consulenza in ambito immobiliare. Noi facciamo ricerca e valutazione di progetti in ambito immobiliare per valutare se le iniziative fossero meno interessanti e che tipo di iniziative.

Speaker 2:

Quando costruisci una casa devi capire a chi vuoi vendere nel territorio di Dovestai e costruisci il marketing, la comunicazione, tutto l'ecosistema che ti puoi fare intorno su queste informazioni. Senza di queste vai un po' sperando che si arriva un buon fine, che si venda. Diciamo che dalle estate on escalation ho continuato a lavorare in diversi ambiti, perché poi ho anche variato molto, lavorato nell'editoria, lavorato nella produzione cinematografica, continuando sempre ad avere un piede nel mondo immobiliare. Per quello parlo di imprenditore prestato alla consulenza, perché fondamentalmente ho sempre venduto consulenza, ma facendolo da imprenditore, non tanto da libero professionista. In realtà mi sono avvicinato al mondo dell'ecologia, della transizione ecologica, sempre per l'immobiliare.

Speaker 2:

Poi ho cercato un pochino di ampliare di orizzonti, perché anche lì, 15 anni fa, soprattutto nel centro Italia, si cercava a quale potessero essere dei vantaggi competitivi per andare sul mercato. Non è un mondo immobiliare. Qualcosa di particolarmente differenziante era cominciare a costruire case sostenibili, come l'inizia sostenibile, progettazioni sostenibili, insomma che fossero un po' in avanzata. Non è sempre stata la scelta a lungi miranti, nel senso che mentre nel nord d'Italia parte dell'Europa era un qualcosa di già molto diffuso Nel centro Italia.

Speaker 2:

Quando parlavi di costruire una casa in legno, per esempio oggi è intera tecno di zata la gente diceva ma una casa in legno? ma brucia, ma cade, ma si rompe col pezzo, ma siano tanti, ma non voglio la casa di Ivy color legno in centro di Roma. Queste erano le risposte che ti dava. Invece noi abbiamo scelto di proseguire quella strada lì e mi sono avvicinato al mondo della sostenibilità, cominciando a capire quali fossero veramente dei trainanti del mondo della sostenibilità che oggi, purtroppo e per fortuna, conosciamo un pochino tutti, perché ormai da qualche anno si parla praticamente solo di sostenibilità, tecnologio e sostenibilità. Non per niente transizione energetica e digitale sono i due motori che porteranno avanti il business e il lavoro per i prossimi 30-40 anni.

Speaker 1:

È questo interessante Questo. dopo ti farò una domanda su questa tematica.

Speaker 2:

Certo, Niente questo io ho continuato a costruire fino a che non abbiamo fondato una società che si chiama Distretti Ecologici, che ancora adesso, dove sono socio e direttore insieme a una serie di altri imprenditori, compreso a mio padre, ho focalizzato un pochino quelli che sono i progetti intorno alla Distretti Ecologici. In realtà, la Distretti Ecologici nasce come rete di imprese per aggrecare aziende che già operassero in ambito di grinde, di sostenibilità, di prodotti sostenibili, poi trasformata nel tempo, cresciuto e diventato una società per azioni. Oggi lavorano un po' su tutto il territorio nazionale, se una serie di verticali nell'ambito della transizione energetica Sono molto importanti. Insomma, poi tento di raccontare un po' meno meglio.

Speaker 1:

Prima di andare proprio su Distretti Ecologici. c'è qualcosa che mi piace, che ritrovo un po' in tante discussione che abbiamo nel podcast, un po' sul tuo profilo. Quindi vedo una grande esperienza in consulenza e personal branding, anche in iniziative di divulgazioni, nya, irgendwann. Come pensi che queste competenze che hai potuto acquisire con queste attività ti hanno consentito di non so darti una visione che ti consente oggi di essere efficiente nel tuo lavoro? C'è qualcosa nella parte comunicazione, divulgazioni, in altre parole parlare delle cose che fai, che ti consente di acquisire competenze, un valore aggiunto.

Speaker 2:

Direi assolutamente si partendo dalla consurrenza, perché la consurrenza ti permette di maneri chiuso in un contesto, che è quello che poi nella maggior parte dei casi fanno un imprenditore, perché nascono in un settore con una specializzazione, magari creano un'azienda che può anche crescere, diversificare, ma fondamentalmente verticale in un settore, e difficilmente escono da questi schemi perché il mondo ruota intorno a quel prodotto, a quel servizio, a quella serie di prodotti e servizi che in qualche modo hanno a che fare con l'attività, con il business, l'azienda che hanno creato. La consurrenza invece ti permette di spaziarli. La consurrenza ti permette di entrare in contatto con persone diversi in settori diversi. Poi, fondamentalmente, quando si parla di consurrenza aziendale si ritrovano tante cose, perché poi l'organizzazione di una società, l'analisi strategica, la pianificazione, anche nel marketing e della comunicazione cambiano un pochini i fattori e i temi, ma fondamentalmente il modello attraverso i quali si costruiscono queste strategie sono gli stessi, perché si vanno a analizzare quali sono gli interlocutori, si vanno a identificare quelli che sono i bisogni, si vanno a creare condizioni di vendita, processi, un'organizzazione interna che in qualche modo si possa sopperire a quelle che sono a necessità del percorso di commercializzazione, prodotto. Insomma, sono sempre gli stessi, adattati in altre cose. Però da un punto di vista personale invece ti permette di conoscere molto di più, perché tu hai a che fare con tanti settori diversi, con esigenze diverse. Ti rendi conto anche di quelli che sono forse dei cambiamenti che partono da un settore ma poi in qualche modo diventano importanti per tutto il resto.

Speaker 2:

Guarda la digitalizzazione come è stata poco capillare inizialmente, è stata molto focalizzata in alcuni settori, poi piano piano è cominciato a diventare un'esigenza, fino a diventare un'esigenza di commercializzazione e marketing, che lì hanno dovuto un pochino tutti anche se in Italia stiamo molto indietro hanno dovuto un pochino tutti adattarsi, perché quando diventa necessaria per vendere, allora le aziende si devono adattare. Prima la digitalizzazione passava principalmente per i processi, la simplificazione dei processi, l'organizzazione del lavoro, database, sicurezza, quelle che erano dei caratteristiche interne. Ripeto, quando poi si passa il marketing, allora diventa una competenza che piano piano devono adattare tutti, perché se no ti manca un pezzo di competitività gigantesca. E questo te lo permette la consulenza, perché la consulenza magari ti ti anche un po' di fortuna di fari trovare in alcuni settori che magari stanno sviluppando qualcosa di maniera anticipata rispetto a altri contesti e riesci poi, seguendo quello sviluppo li, a capire che forse quella cosa non si limiterà quel settore o a quell'azienda, ma diventerà un problema o un'opportunità per tutti quelli che sono gli altri settori. Questo è il grande vantaggio della consulenza.

Speaker 2:

Quando si fa imprenditoria, ti dà una visione che imprenditoria pratica non sempre ti permette dare. E poi il network. Ovviamente quando si fa consulenza bisogna anche promuoversi, qui il personal branding e qui la costruzione di un network. Quando ti devi promuovere, devi sapere raccontare quello che mi fai, devi cominciare a proporti e proporre anche quelli che sono i tuoi servizi e raccontare un pochino quello che è il tuo percorso per far crescere la tua credibilità. E necessariamente devi diventare un divulgatore, che può essere o di informazioni, se hai particolari specificità, o semplicemente anche se è il tuo percorso. Ma in qualche modo devi imparare a raccontare e a raccontarti. Perché se non diventa difficile fare il lavoro della consulenza, se non si hanno capacità comunicative, in qualche modo, se non si sa mettere avanti la propria esperienza e proprio percorso di fronte al tuo interlocutore, E' un po' un filo comune tra tante persone che ho ricevuto questa, proprio questa visione complessiva, che sia consulenza o dalla tua comunicazione, per certe, che consente di dare una visione complessiva delle cose.

Speaker 1:

Mi fa piacere di sentirlo, perché conferme il fatto che, no, le consulenti non sono solo specialisti di powerpoint.

Speaker 1:

Fare questo lavoro consenti è un po' un mem che è uscito, che esce su internet spesso, e è vero che il tempo che passiamo a vendere soluzioni su powerpoint è grande. Ma il vero consulente, proprio quello che cerca di capire i processi del cliente e adeguarle a certe tecnologie. Quindi ti da certamente una visione business e pratica di queste soluzioni tecnologiche che senza questo percorso avrebbe una visione molto più basilare della cosa che non ti consentire di andare a fare e di andare avanti sulle cose che fai tu adesso. E proprio parlando delle cose che fai tu adesso, quindi distretti ecologici, mi dicevi che hai iniziato come un'aggregazione di asdienda. Poi raccontare qual è stato il percorso da quella idea che mi hai detto inizialmente, cosa hai diventato oggi. Nel racconto potresti condividere non so una svolta, un progetto che ti ha marcato nel perimetro dei distretti ecologici allora diciamo la distretti ecologici.

Speaker 2:

Come dicevo, lavoravo nella consulenza nell'ambito del popiliare. Tra le varie consulenze ovviamente c'era anche l'azienda, diciamo quella di famiglia, che qua non è mai stata veramente solo di famiglia perché erano una serie di soci, ma dove c'era anche dentro mio padre, iniziativa che avevamo. Come dicevo, c'era stato già il passaggio che si cominciava a costruire in bioedilizia. Quindi già c'era stata la sfida del cominciare a raccontare che cosa fosse la delizia sostenibile, la via di l'izia, l'attenzione all'energia, anche in tempi non sospetti, perché parliamo di oltre 15 anni fa, quindi non c'erano state tutte le i segnali di allarme che abbiamo avuto negli ultimi 2 o 3 anni, e quindi abbiamo cominciato a raccontare questa cosa. Non c'è tutto. Abbiamo detto bene, se lo dobbiamo fare, facciamo lo fatto bene, cioè cominciamo a lavorare su tutte quelle che sono gli elementi intorno all'azienda che in qualche modo devono diventare parte integranti, questo processo dai fornitori ai partner.

Speaker 2:

Cominciamo a capire di portarci dietro una serie di aziende che in qualche modo abbiano già una visione comune verso quella che è il green e perso la sostenibilità. E così creiamo il marchio di strepicologici come rete di imprese e cominciamo ad aggregare una serie di aziende all'interno della distrette ecologici. Questo per fare rete. Niente di particolare in quel momento, semplicemente per avere una rete di partner, di fornitori, che in qualche modo spusassero una visione comune e andarci a raccontare in giro con questa visione comune. E così è rimasta, per qualcuno che si fa in questo modo. Si è rimasta per qualche anno fino a che negli ultimi anni noi abbiamo continuato anche a lavorare con altre aziende, io sia come consulente, come partner.

Speaker 2:

L'azienda di famiglia continua da lavorare da sole con progetti che magari venivano costruite, nascevano e poi si chiudevano, come ha sempre funzionato, quanto meno nel centro Italia. L'immorbillare ha sempre funzionato. Cosa c'è? si creava un brand per un'iniziativa, si costruisce, si vende l'iniziativa, poi quel brand finisce. Sono poche le aziende, le grandi aziende immobiliari in Italia in realtà questo c'è un po' e tutta Italia, ma ha romemme stato così in particolar modo che hanno un marchio che dura tanti anni.

Speaker 2:

Spesso erano iniziative che nascevano e poi si smontavano fino a qualche nel momento che sono iniziati a svegliare, il momento di svolta, perché abbiamo siano partiti da una sensibilizzazione generale su questo tema, dove l'approccio nell'immobiliare, soprattutto l'approccio alla casa, l'approccio agli ambienti di lavoro, è completamente cambiato, ma anche la paura degli ambienti della Come hanno successo e la Dharma che ha practicingo alla AusicaC직chi per le persone Subito dopo scopriate la guerra. Quindi il problema pratico dell'energia, dove a un certo punto tutte le persone sono ritrovate con un problema, anche nelle tasche, di dover pagare bollette enormi. Questo sia privatamente, come aziende, cioè sia a casa, che banalmente la bolletta dell'azienda. Quando le bollette delle aziende, quando l'energia elettrica arriva ad incidere su un fatturato fino all'8% sul bilancio di una società come costo, cambiano tutti i parametri sulle quali le aziende possono costruire i modelli di business. Da che era un tema che dovevamo vendere, a un certo punto ci siamo trovati parlare del tema più importante, che era già sotto a poca di tutti Allora lì abbiamo fatto un passaggio importante.

Speaker 2:

Abbiamo detto oggi è il momento di creare un brand. Non lo abbiamo creato da Exnova, abbiamo preso il brand di Stretticolo. Oggi ci abbiamo chiuso la rete. Chiuso nel senso che abbiamo unito solo quelle due o tre realtà che in qualche modo fossero la forza della rete in quel momento. Ora abbiamo trasformato direttamente in una società afferazione, l'abbiamo capitalizzata e abbiamo deciso di operare solo con il marchio di Stretticolo. Da lì è cambiato un pochino tutto il gioco, perché nel momento in cui da che dovevi raccontare alle persone quello che facevi, a un certo punto quello che facevamo era diventato quello che tutti chiedevano.

Speaker 2:

Questo si sono aggiunte una serie di cose, come il PNR come il Superbonus, come tutta una serie di incentivi nazionali e extra nazionali europei che in qualche modo andavano verticali esattamente su quello che facevamo noi, perché andavano verticali sull'officentamento degli edifici. Andavano verticali sulla costruzione di un certo tipo di edilizia, sulla selezione di un certo tipo di materiali, ma in generale sulla costruzione di progetti sostenibili. Quando si parla di progetti sostenibili spesso si fa un po' di confusione, perché si pensa solo alla sostenibilità ambientale. In realtà, nel concetto di sostenibile si parla di una serie di sostenibilità. Si parla sì della sostenibilità ambientale, ma anche della sostenibilità economica e della sostenibilità sociale. Un progetto deve entrare in un contesto, deve entrare in un ecosistema, deve entrare in un territorio, se è un progetto fisico, e essere sostenibili, fare un progetto sostenibili e volire fare un lavoro su tutte queste voci per far sì che quel progetto porti un valore aggiunto a tutti questi ambiti.

Speaker 2:

La destra ecologica in questo è stata brava, nel senso siamo stati bravi a posizionarci bene, anche con un po' di comunicazione. Abbiamo fatto un po' di scelte strategiche, dove ci siamo avvicinate ai territori e abbiamo cominciato a raccontare quello che facciamo. Ci siamo creduti in alcune iniziative anche che hanno portato bene e male, come il superbonus, perché il superbonus è stata un'operazione che per i Paesi itali. Inizialmente ha portato grandi benefici. Ha portato anche un po' di problemi, perché poi ci sono state delle problematiche nella costruzione della legge. Noi ci abbiamo creduto molto perché forse abbiamo visto nel superbonus la prima vera iniziativa grande che facesse avvicinare tutti in maniera trasversale, perché era rivolta a chiunque volesse efficentare la propria casa, un'opportunità economica cioè portava un pochino alla mercia di tutti, portava a priva la possibilità a tutti di andare a lavorare sull'efficentamento del proprio mondo. Certo, quindi questo bonus enorme ha aiutato tantissimo la sensibilizzazione che ha sentito l'argomento, ma dove era il punto critico su questa legge?

Speaker 2:

Allora il superbonus è stato una serie di problematiche, nel senso ci sono state problematiche tecniche e problematiche politiche. Le problematiche tecniche sono state banalmente nel concepimento della legge. C'erano già anche in precedenza bonus e incentivi per chi faceva operazioni di efficentamento della casa, no, o del bonus facciate il bonus di strutturazioni, l'ecobonus, secondo tutti i bonus che già esistevano da tanti anni e da tante legislature. Accelere a questi incentivi significava avere ricevere degli incentivi che le persone potevano usare per pagare le tasse, cioè per pagare meno tasse. C'erano incentivi fiscali a tutti gli effetti. Io faccio pregestirutturazione il 50% di quello che spendo mi viene restituito in crediti fiscali e io pago le mie tasse con quei crediti fiscali. Quindi a tutti gli effetti pago la metà quello che sto facendo e fai sempre funzionato così. Il superbonus ha fatto una cosa ha arrivato e ha detto questi crediti da oggi poi sono vendibili, cioè non te li devi usare per te, mentre prima tu li generavi e li potivi usare solo per te e tu fai la rissutturazione di casa. Ti generavi il credito, lo usavi per pagare le più tasse.

Speaker 2:

Il superbonus a un certo punto dice guardate che adesso tutti i bonus e i sedizi che vengono generati puoi anche andarli a vendere. Ci puoi pagare qualcuno, li puoi andare a vendere a una banca e farti darli soldi. Sono diventati una monita a tutti gli effetti E parallelamente hanno creato la regolamentazione del superbonus, però, mentre il superbonus era un meccanismo nuovo e quindi l'hanno costruito con tutte dei passaggi di certificazione, controlli. Ci sono più professionisti che devono certificare lo stato d'avanzamento dei lavori, devono certificarlo all'agenzia delle entrate, devono certificarlo alle NEA, che è lente, che in qualche modo monitora la parte energetica. Ci sono dei passaggi dove in qualche modo tirassi ai la certezza che i lavori vengono fatti.

Speaker 2:

La legge non ha previsto che tutti gli altri bonus che erano in essere e creavano comunque credito fiscale, anche quelli diventavano vendibili. Ma lì non c'era controllo, nessuno controllava che tu quei lavori che dichiaravi effettivamente li facevano. Non c'erano certificatori e lì abbiamo visto tutti i titoli. Poi c'è stata tanta disinformazione perché si parlava di superbonus, truffe da 12 miliardi in Italia. In realtà non era il superbonus, perché il superbonus incideva per circa il 3% in quelle 12 milioni, perché era molto difficile fare truffe per il superbonus, perché c'erano talmente tanti passaggi che facevi prima a farli i lavori che non farli quando li avevi fatti tutti per generare il credito.

Speaker 2:

Tutti gli altri invece, dove non c'era controllo, hanno trovato il buco della legge, hanno cominciato a dichiarare che hanno fatto centinaia di lavori di facciate senza fare lavori e quindi si sono generati tanti credi. Allora, quando si sono accorti di questo problema, hanno cominciato a cercare di sistemare il buco. Ma ogni passaggio considera legge è stata cambiata quasi 40 volte in due anni. Quindi ogni passaggio che facevano complicavano qualcosa e quindi invece di sistemare un problema ne hanno creati centodiversi, tanto che a un certo punto si sono ritrovati, noi compresi, aziende con tanti soldi nel cassetto fiscale che non riusciamo più a vendere a nessuno. Perché le banche si sono tirate indietro, perché gli hanno creato una serie di problemati. I privati avevano paura perché sui giornali c'era scritto superbonus, sono tutti latri, sono tutte truffe.

Speaker 2:

In Italia si sono bloccati quei famosi 30-40 miliardi sui cassetti fiscali, paralizzando l'intero settore, perché quei crediti fiscali generati erano lavori già fatti, quindi in realtà era il pagamento delle aziende come la nostra, che lavori, la fa e non riusciamo invece a ricevere soldi.

Speaker 2:

Quindi, da che è entrato il superbonus, si sono aperti 350.000 cantieri, si sono assunte quasi un milione di persone con l'indotto, il pill è cresciuto il 4% e a un certo punto si è bloccato tutto e si è scoppiato un disastro su tutto il settore.

Speaker 2:

Però, al di là di questo, è stata forse la prima vera iniziativa che ha democratizzato il processo di efficientamento energetico, quindi l'attenzione al fatto che la casa è un bene che oggi non può non essere considerato da parte di un processo di transizione, perché fa parte di tutto il discorso dell'attenzione alla CO2, alle missioni, alle energie, eccetera, che poi sono un pochino il tema della transizione ecologica in generale. Insomma, questi temi qua, queste occasioni qua sono diventate per la distrettivologici il motore di grande crescita, dove non abbiamo più dove andare in gira a raccontare che cosa facevamo, ma siamo improvvisamente siamo diventati noi centrali e il lavoro che ci cercava da tutte le parti, e quindi abbiamo fatto una crescita importante negli ultimi 3 o 4 anni, ovviamente non proporzionata quella che era degli anni precedenti, perché di pezzo al lavoro. Oggi dobbiamo scegliere cosa riusciamo a fare, cosa no, cosa invece prima dovei andarlo a cercare come qualunque altro business, in qualunque modo rimanimo su questa transizione ecologica che ha introdotto con distriti ecologici.

Speaker 1:

Ho fatto una piccolina ricerca per iniziare questo discorso, per un po' mettere il contesto in italia, in 2020 terare fonta rinnovabili hanno prodotto 112 terawatt, ora, coprendo il 36, 37 per cento della domanda elettrica italiana. Quindi questo sono dati pubblicati mensilmente da da terna. Questa crescita non solo se riflette su le fonte di energia verde, ma anche nel momento della capacità installata. Quindi, ad esempio, incremento con il fotovoltaico con una crescita del 111 per cento tra 2022, 2023 i fonti rinnovabili, quindi, hanno contribuato per il 43 per cento della produzione elettrica totale, raggiungendo il 37, 1 per cento del consumi nazionale. Come lo diceve tu, con distriti ecologici ci siamo in pieno. Potresti, primo, di indagare su quella transizione proprio? quale, secondo te, queste nuove tecnologie che ritieni sono i più prometenti per accelerare questo processo di transazione digitale? sentiamo parlare di una tecnologia come la blockchain che, paradossalmente, ancora qualche anni fa il discorso era di una tecnologia problematica dal punto di vista energetico. Abbiamo l'intelligenza artificiale. Altre tecnologie quale, secondo te, le due, tre tecnologie che sono il più per te chiave in questo processo e spiegaci perché?

Speaker 2:

bisogna fare una piccola contestualizzazione, perché si parla di transizione energetica, che ovviamente comprende tante voci. Io credo che la cosa migliore che hanno fatto, anche nel processo di divulgazione, è unire la transizione e la transizione ecologica alla transizione digitale, perché sono due cose che vanno estremamente di pari passo. La tecnologia, quello che oggi piano piano ci stiamo rendendo sempre il conto che ci sono tante tecnologie avanzate e soprattutto strutture, strumenti a servizio della transizione ecologica, come il photovoltaico, l'energia inovabile. Ci abbiamo tanta tecnologia che che sono diversi anni che sono a disposizione. Oggi, tradossalmente, quello che serve di più sono sono i sistemi integrator, cioè dobbiamo integrare le varie tecnologie per far sì che in qualche modo comunichi no e in qualche modo porti in un vero vantaggio, vengano sfruttati per le vere opportunità che ci che, che che porta, che ci mettono a disposizione. Dobbiamo stare attenti però da alcune cose, perché faccio un esempio per far capire, per cercare di far capire meglio che cosa intendo. Si parla tanto di mobilità elettrica, no, delle auto elettriche che ci mancarebbe.

Speaker 2:

Uno dice beh, mettiamo meno auto, cioè più meno produzione. Diciamo leviamo i compossibili fossili, cioè meno produzione di c o 2, meno inquinamente, quindi benissimo, mettiamo tutte le auto elettriche. C'è solo un problema che spesso non si tiene in considerazione che noi queste auto elettriche le dobbiamo caricare e se noi non le carichiamo con energia verde c'è energia pulita che viene da fonti rinnovabili. Noi stiamo solo spostando il problema, non stiamo risolvendo il problema, perché noi è vero che non usiamo più il carbone nella benzina e quindi il petrolio per per far andare i motori delle auto, ma usiamo i compossibili fossili per produrre energia. Certo che ne quando si parla di bilanciare i processi bisogna stare attenti a queste cose, perché se noi domani mattina mettiamo tutte auto elettriche, leviamo tutte le le auto redettu oggi 46% dell'energia coperta da fonti del resto ce lo devono portare le fonti fossili, perché ancora non siamo pronti allo switch completo sulle fonti rinnovabili.

Speaker 2:

Poi le fonti rinnovabili hanno un problema, e lì ci viene in soccorso la tecnologia. Ha il problema che non sono costanti, cioè il fotovoltaico prende il sole e se non c'è sole, quando non c'è solo e non c'è energia, quando l'acqua è ferma, non c'è la produzione di energia idroelettrica, quando non c'è vento, non c'è, non c'è la produzione di energia da eolico, in più di non essere costante, non è stoccabile, giusto o no?

Speaker 2:

tecnicamente è stoccabile, ma non è conveniente.

Speaker 2:

Ancora, perché le batterie hanno due problemi uno, sono ancora molto costose e due, quasi mai sono sostenibili.

Speaker 2:

Perché le batterie è vero che oggi stanno facendo tanta ricerca, ma c'hanno un problema di materiali che nevano utilizzare, che trattengono l'energia, che poi vanno e sono difficili da riciclare, sono pericolose.

Speaker 2:

Cioè ci sono tante, tante voci, pensa, ancora oggi noi abbiamo le batterie a casa dei telecomandi per andare a buttare quello che ti dico, anazzo, non le buttare mannella spazzatura, perché? perché contengono dei prodotti tossici all'interno, per la natura. Quindi ci sono i pro, i contro la tecnologia. Dovecchè ci aiuta la tecnologia, ci viene incontro nello sfruttamento, nell'ottimizzazione di quelle che sono oggi sopra. In questo momento sto parlando, vada ossialmente più di intelligenza artificiale che di blockchain. La blockchain ci aiuta in altro modo e poi ci arriviamo l'intelligenza artificiale banalmente con l'apprendimento di quelle che sono le abitudini, di come può essere ottimizzata la gestione, con l'utilizzo dei dati e le informazioni ci possono aiutare prima di capire quante energia serve oggi.

Speaker 2:

Oggi noi andiamo a prendere totte energia per gestire casa. No, la prendiamo energia elettrica, gestiamo casa, questo alle per un ufficio, per una fabbrica, eccetera, eccetera. Quello che non ci rendiamo conto che in realtà, se noi, un po come un'azienda. Se noi andassimo a battere i costi, diventerebbe più facile gestire l'acquisto di energia. Ok, se noi andassimo a gestire meglio la casa, noi già di per sé potremmo battere il 30, 40 per cento di costi delle delle energie di cui abbiamo bisogno.

Speaker 2:

Perché? perché noi non usiamo tutte le stanze. Non dobbiamo riscaldare sempre tutto insieme, non dobbiamo accendere tutte le luci, non dobbiamo gestire la cucina, l'allarme e tanta tecnologia che oggi fa parte della casa in tutti i momenti delle nostre giornate, in margina degli uffici ancora meno. Quello dovrebbe essere il primo passo quando si parla di gestione. Oggi, se si riesce a supportare la gestione dell'energia attraverso la tecnologia, noi andiamo a cambiare completamente anche quello che fa bisogno di acquisizione di energia, di produzione di energia, perché se è un ufficio gli serve il 40, 50 per cento in meno di energia. Il fotovoltaico già ti copre una buona parte di questo. Quello che resta diventa poco. Allora pure l'accumulo diventerebbe molto poco, la necessità di accumulare per la gestione dell'energia. Allora una batteria basta. Non ne servono 10 per accumulare abbastanza energia per quello che consumiamo oggi.

Speaker 2:

La tecnologia ci deve supportare in questo e soprattutto può supportare l'apprendimento delle persone, perché il problema è la diffusione di questa cultura, se dobbiamo insegnare a tutti le migliori pratiche per, diciamo, l'ecologia, per usare un termine comune, ci vogliono anni, anni di studio, anni di cultura, anni di cultura che parte dalle scuole, che parte dai ragazzi, che parte, ma non abbiamo il risultato che ci aspettiamo a breve termine. Se la tecnologia in qualche modo ci viene in supporto di questi passaggi qua e ci riesce in automatico passami il termine per semplificare a togliere tante cose che oggi dovremmo apprendere, allora il processo di transizione diventere estremamente più veloce. E questo oggi si può fare perché, ripeto, oggi banalmente con la domotica si riesce ad avere la gestione della casa come una domotica di base si riesce per una gestione della casa. Per una gestione della casa vuol dire avere la possibilità di gestirla in maniera autonoma e remota. Se ci appliciamo dei sistemi che in qualche modo studiano l'utilizzato della casa, ti vengono incontro, stanno attenti, loro a risolvere il problema della mala gestione di una casa, di un ufficio, di un'azienda, noi la transizione la rendiamo estremamente più veloce e applicata da domani mattina. Non è un problema delle tecnologie.

Speaker 2:

E le tecnologie ci stanno, ci sono, bisogna solo metterla a sistema e avere qualche cosa che ci aiuta ad ottimizzarle, che non può essere l'uomo, cioè non può essere l'uomo retail, non può essere l'utilizzatore ultimo, perché l'utilizzatore ultimo avrebbe bisogno di troppo tempo per capire come cambiare le sue abitudini. La tecnologia lo può fare al posto nostro. Per quanto riguarda la blockchain e li entra in tanti altri discorsi uno su tutto, uno su tutti, è la certificazione di quello che sono, di quelli che sono i benefici che andiamo a fare.

Speaker 2:

Ti faccio un esempio la comunità europea per esempio il carbon credit, cioè la comunità europea oggi sta lavorando per spostare il discorso. Oggi le grandi aziende c'hanno il problema della carbon tax. Non il problema è se le aziende, le aziende energiivore, quelle che producono tante emissioni, quelle che consumano tanto, devono pagare delle tasse su questo consumo, o abbattere il consumo o o pagarci le tasse. Sopra ci sono delle realtà che non riusciranno mai a raggiungere il pareggio perché sono troppo energiivi. Immaginate le aziende che producono, che hanno i forni, le vetrerie, difficile avere, dovrebbero avere città di fotovoltaico per riuscire a gestire quella, quella con quel consumo di energia e quindi pagano delle tasse che vengono imposti dalla comunità energie su energetiche europea per andare a bilanciare quello che consumano con quello che il carbon credit. Che cosa vuol dire? che invece sanno delle realtà che producono molto di più di quello che hanno bisogno e quindi sono, vengono premiate e producono crediti che poi vengono venduti a queste aziende che invece consumano di più.

Speaker 2:

Questo diventa un business economico, diventa un business finanziario. Questo business finanziario la comunità europea oggi lo sta facendo sulle aziende. L'obiettivo della comunità europea da quali ai prossimi 10 anni è quello di spostare il consumo di credo di 10 o 2, non più sull'entità, come le aziende, ma sulle persone, cioè ognuno di noi. Domani si porterà in giro uno zainetto di cio 2 che verrà dato dalla somma di tutti, di tutti i consumi che ha, cioè più abbiamo luoghi, oggetti bene, aziende, contesti lavorativi, filiere che consumano più ognuno di noi avrà una tassa da pagare, un credito da pagare in base a quanto cio 2, il proprio mondo consuma più sei grin meno.

Speaker 2:

Paghi questo che cosa vuol dire? che il credito di carbonio diventerà una moneta a tutti gli effetti, perché diventerà un business produrre crediti di carbonio E diventa un business per aziende, cioè una necessità per le aziende, dove è l'appuistare per le aziende e per le persone per bilanciare dove non riescono ad arrivare. Così La blockchain, ovviamente, come un po' tutte le monete virtuali, come succede per tutte le monete virtuali, è il sistema che in qualche modo ti permette di certificare in maniera, diciamo, indissoluble, chiara e altra tutto trasparente quelle che sono questi passaggi, perché il problema sarà la certificazione di queste cose, perché oggi ci stanno tante aziende che dicono pianta un albero e hai fatto del bene alla natura, ma domani non sarà più. Pianta un albero e hai fatto del bene, quell'albero che pianterai produrrà crediti. Quel credito andrà certificato, perché solo se viene certificato può avere un valore.

Speaker 2:

Oggi queste certificazioni sono date dal Dostato e poi ci sono i crediti di volontà e dagli stati in realtà gli stati possono emettere crediti e poi ci sta il credito volontario. Queste sono aziende che in qualche modo producono questi crediti facendo iniziative dove si porta a un abattimento dello CO2, però si chiama crediti volontari. Il credito volontari oggi hanno ancora un potere basso. Perché chi, per esempio le grandi aziende energiivole non possono imparare i crediti volontari per più del 20% di quello che gli serve per pagare la permontanza? È un problema legislativo, ancora ci dobbiamo arrivare, ma quello che ti posso dar per certe è che la comunità deve star lavorando per far sì che questo diventi invece un'abitudine, perché poi diventerà un problema di ognuno di noi mettersi in condizioni o sposare progetti con testi lavorativi, beni come le auto, come la casa, come gli elettrodomestici che consumano il meno possibile o che fanno addirittura il contrario producono più di quanto ne abbiamo bisogno.

Speaker 2:

Allora tu responsabilizzi singoli, responsabilizzi le persone. Il problema è che tutto questo va certificato, e va certificato con dei sistemi che non possono essere i sistemi tradizionali. Non può arrivare un signore con la giacca, un termometro per vedere quanto CO2 produce quell'albero. Andranno creati dei meccanismi di controllo, dei protocolli che in qualche modo possono essere registrati su un registro che a quel punto non potrà essere gestita da una società indipendente, che in qualche modo deve essere dei registri pubblici, perché non è un problema di Roma, del Milano, dell'italia, è un problema dell'Europa e del sistema mondo in generale, ma sicuramente dei paesi che consideriamo sviluppati. Lo sarà perché oggi la linea lasse tra Europa, stati Uniti e parte dell'Asia è già d'accordo su questo processo, con delle differenze, ma è già d'accordo. Quindi non è più un problema di un'unica identità, diventa un problema comune.

Speaker 2:

Quali sono oggi le tecnologie che ci possono supportare per far sì che queste certificazioni vengano registrate, notarizzate in un linguaggio comune e in qualche modo accettabile da tutti? Io oggi vedo solo il sistema delle certificazioni della blockchain. Non vedo altro. Quanto meno l'unico linguaggio che in qualche modo conoscono tutti in questo momento e che di responsabilizzazione, di unque, cioè che in qualche modo non può essere preso in mano da nessuno, nessuno può controllarlo. Non ci sono tante altre cose che in questo momento possono essere gestite. In questa momento.

Speaker 1:

Infatti è molto interessante questa idea di passaggio sul retail di Carbon Credit. Questo è un commento personale. Ho sempre preferito le società incentivante piuttosto che quelle disencentivante, che funzionano con la ceralità, quindi spero che questo sarà applicato perché ci serve questa consapevolezza globale sulle tematiche che stai discutendo e quindi creare un sistema così dove certi persone possono risparmiare perché l'hanno avuto pratiche sostenibile, è un sistema davvero che mi piace molto. Tutti i sistemi, personalmente, che cerchano di mettere penalità su comportamenti, non amo tanto Detto questo. Siamo su un ambito ecologico dove è una vera priorità. Parliamo, secondo me, di qualcosa di importantissimo per il nostro futuro, per i nostri bimbi. Molto interessato. Avevo visto che c'era un problema ad oggi su il Carbon Credit e l'armonizzazione del mercato secondario. Quindi si possono vendere, ma non si fa così tanto perché non c'è mercato armonizzato, non c'è struttura, infrastruttura per consentire i scambi di questo, e avevo letto che la blockchain potrebbe essere una soluzione.

Speaker 2:

Conferme su questo Confermo assolutamente, nel senso che è un mercato comunque nuovo. È un mercato che in qualche modo sta diventando prioritare in questo momento, perché è vero che la Carbon Tax è qualcosa che ormai esiste da qualche anno, però è qualcosa che quasi nessuno di noi conosce perché è un problema delle grandi aziende, delle aziende energiivore, insomma, è di un mondo lontano che è stato per questo oggi fino a noi. Se noi questo lo portiamo alla mercede di tutti, se chiunque di noi può in qualche modo fare business intorno alla produzione, alla creazione di progetti che in qualche modo generano positività, generano abattimento della CEO2, la piantumazione, normalmente, se io mi faccio una piccola foresta e metto degli alberi, io certifico che quella foresta produce, cattura toth CEO2 e mi pulisce, che cattura toth CEO2 e mi pulisci l'aria e io guadagnio con questa cosa, mi diventa un business. Che cosa succede? Che oggi questo mercato non ha dei settori di scambio, non si sa come fa.

Speaker 2:

È un mercato che non ha dei settori di scambio, non si sa che sia un mercato, che un mercato non si sta vendendo, abbia un origine, che in qualche modo possa essere sempre identificata e che esista, che sia vero che sia. È un mercato che in qualche modo possa essere sempre identificata e che in qualche modo possa essere, in qualche modo possa essere in qualche modo spossi dall'interesse statale, dal interesse privato e soprattutto possono rendere veloce l'acquisizione, perché se non dovremo sperare che ci sia un aziende 찬ole campi 질 cree a sim國家, per a che sumblinge o col matematica, ma è dato da un costante analisi di quello che sono i risultati di quella foresta, di quanto viene abbattuto questo può essere monitorato e della registrazione di come è vanti con la foresta, perché non è che io posso mettere un bollino. Ci sono delle aziende che ti fanno piantare alberi in tutto il mondo, oggi banalmente Tridon, ma ce ne sono anche piccole e meno attente. Tu è vero che ti dicono controlli, pianti l'albero in congo e poi quell'albero rimarrà là e tu lo monitori. Ma se non c'è un processo di controllo vero, che in qualche modo può essere verificato, io domani dico che ha progetto alberi, guarda cosa è successo. Il superbono.

Speaker 2:

Si capiremo cosa può succedere con piantare alberi dall'altra parte del mondo, se domani qualcuno con la foresta me la toglie o in realtà sotto c'è una falda a cui fare inquinata e tutta quella foresta invece di prendere CO2 sta distribuendo tossicità perché gli alberi assorbono quelle falde inquinate e in realtà sta inquinando anche l'aria che c'è intorno. Come lo faccio a sapere se non c'è una certificazione costante e un controllo costante di quelli che sono i risultati? questa è un po' la sfida che bisogna andare a risolvere.

Speaker 1:

Interessante questa discusione sulle tecnologie è, primo, di andare sulla fine delle discusioni e vorrei parlare con te dell'ISG prima di parlare di ISG e di difendere le iniziative di ISG. Ma mi piace anche combattere eventuali bias psicologici che posso avere su certi argomenti. Quindi ti do un esempio come defensore di bitcoin da 2014,. Ho passato due anni della mia vita a leggere tutte le critiche su bitcoin. Quindi ti faccio non è una domanda, te dico due parola. Vorrei capire cosa ti fa pensare quelle due parole che vado a mettere insieme e vedere cosa nasce di questo discorso. Ti dico ISG e greenwashing. Cosa ti viene in mente?

Speaker 2:

Io cerco di vederlo sempre dal lato positivo, nel senso che il processo di certificazione delle buone pratiche, che in generale viene messo in piedi in tanti contesti, è un processo che ha uno scopo virtuoso in realtà tante volte. Ma bisogna stare molto attenti perché al contempo stiamo mettendo dei limiti, stiamo mettendo delle barriere in contesti dove l'evoluzione è talmente rapida e costante dove cercare di, diciamo, in qualche modo definire un perimetro diventa a volte più pericoloso che altro e diventa facile vadere il problema. Per esempio, il greenwashing è plateal, diventa un problema. Le persone ci preoccupano più della comunicazione di certe cose rispetto all'effettivo beneficio del percorso che si sta facendo. Poi sfuggono delle dinamiche invece che sono molto più ampie e che stanno andando avanti in maniera preponderante. Ti faccio un esempio. Mi allontano un attimo il tema ISG, ma ti faccio un esempio Per farti capire che cosa intendo.

Speaker 2:

Io torno sempre alle case, non per niente, ma perché il problema immobiliare spesso è sintomatico, perché ci facciamo rendere, è trasversale un pochino a tutti, perché tutti viviamo da qualche parte, perché tutti andiamo a lavorare in come da qualche parte, o abbiamo delle aziende che hanno degli immobili. Oggi il discorso dell'efficentamento energetico sta diventando un tema fundamental in quel processo, nel senso di tu dal superbonus. Tutti si sono accorti ed devono efficientare casa dalle tasse. Ci stiamo accorrendo la casa costa di più se non è efficientata dai consumi delle bollette. Ci rendiamo conto che forse dobbiamo fare un processo e avvicinarci alle energie rinnovate per pagare di meno.

Speaker 2:

C'è questo, che cosa porta Un problema pratico, commerciale di cui nessuno parla che gli immobili stanno perdendo valore. Cioè tutti gli immobili che non fanno un percorso legato all'efficentamento stanno perdendo valore e questo viene estremamente sottovalutato. Questo è il discorso delle certificazioni. Viene estremamente sottovalutato. Ma anche le aziende non se ne accordo, che sono aziende dalle aziende che fanno solo quello, come l'SGR, che magari li vivono su patrimonio immobiliari, le banche che hanno grandi patrimonio immobiliari, che valorizzano e fanno leva per fare finanza, che vivono su i patrimonio immobiliari, e sono aziende che magari a fine hanno vivono con quel 3-4% di marginalità. E oggi basta fare un calcolo matematico dove l'IMU costa di più, le tasse costano di più, la finanza costa di più perché i mutui e prestiti, che non sono verti, costano di più, la bolletta costa di più e ti vanno ad abbattere commercialmente il valore degli immobiliari. Questo vuol dire che tutte le aziende, i proprietari di case o i proprietari di immobiliari stanno perdendo in medio il 2-3% del valore commerciale degli immobiliari tutti gli anni.

Speaker 2:

Due anni fa la comunità europea ha provato a fare uscione una legge che diceva che gli immobili sotto la classe energetica G non potevano essere più ne venduti ne affittati. Non so se hai sentito questa cosa, ne hanno parlato pochi giornali, ma hanno proposto questa legge alla comunità europea, al Parlamento europeo. È stata bocciata in quella fase, lì, ma ha dato un alert importante, ha dato il segnale che quella probabilmente sarà la direzione. È stata bocciata non perché hanno ritenuto che fosse sbagliata, ma perché hanno ritenuto che fosse troppo presto a applicare questa legge. Che cosa vuol dire? Che gli immobili domani c'è il tristio che non lo puoi neanche più utilizzare oggi.

Speaker 2:

Se per te al notario non porti l'ape, che è la certificazione energetica di un immobile, il notario non roggita, non ti fa l'atto per l'acquisto della casa. È obbligatoria perché deve certificare che in quel momento l'immobile c'è quella classificazione energetica. Tutti stiamo perdendo valore immobiliare, tutti quelli che non hanno deciso di investire nell'efficentamento. Queste cose non le sta certificando nessuno, non fanno parte delle buone pratiche, ok, e non ci rendiamo conto di invece un processo di decadimento di valore degli asset immobiliari che è enorme. Allora, il problema delle certificazioni e del green washing è andare ad applicare energie e forze spesso su cose che non sono quelle che in realtà portano beneficio reale.

Speaker 2:

Ci sta il problema che oggi una banca, tutte le banche chiedono alle aziende, chiedono il bilancio ISC, poi vai a vedere la certificazione ISC. Scultano i noni il bilancio ISC, la certificazione ISC poi vai a vedere, in realtà loro è come l'ape dal notario è un pezzo di carta che mettono sotto dentro un plico alto o così di altre documentazioni che non ha nessun senso. In realtà non è che vanno a verificare effettivamente, non è che quello certifica effettivamente l'azienda sia facendo, abbia delle dinamiche rituose, sia attento a quello che sta seguito. Queste cose ci fanno sfuggire, si sfuggono da sottomane delle dinamiche molto più grandi che invece portiranno grandi problemi. Perché, ripeto, se oggi non è fissuto il patrimonio immobiliare per tornare all'esempio degli immobili tu stai perdendo valore enorme.

Speaker 2:

Ma nelle cari vedi perché se oggi costruisci una casa e la vai a vendere, la casa è in una classe energetica bassa. Il compratore, che ormai si preoccupa di dover pagare di più la bolletta, ti dice è efficientata la casa? che classe energetica? se la classe energetica è bassa, il compratore ti dice io te la pago meno perché so che nei prossimi anni ci dovrò mettere le mani, dovrò andare a investire per mettere il foto al taico, per cambiare gli infissi, per cambiare la caldaya e farsi che la mia casa consuma di meno, ma io la pago di meno come tasse e tutto quanto.

Speaker 2:

Quindi commercialmente questo declino già iniziato già stanno andando e le aziende invece si preoccupano di raccontare l'operazione di abbellimento che poi definiscono green. vengono anche multate la maggior parte dei volte, perché magari di green hanno molto poco. Per esempio, ci sono aziende energetiche che in questo senso stanno facendo invece operazioni molto interessanti, perché spesso costruire impianti di energiere innovabili non parlo di foto al taico, necessariamente anche il foto al taico, ma pensiamo alla biomassa, pensiamo a queste cose qui hanno degli impatti anche estetici importanti e diventa difficile farlo in centri dove magari le persone vedono. Allora che cosa hanno unito. Hanno unito progetti sociali e di miglioramento territoriale per abbellire interventi di costruzione di grandi impianti di rinnovabili. Cioè paradosalmente hanno unito, loro stanno facendo greenwashing.

Speaker 2:

Al contrario hanno creato un diversivo per nascondere in senso positivo, in questo caso per nascondere la bruttezza di un impianto che invece porta un enorme benessere. Cioè c'è un'azienda che a Torino, tra parentesi, sta progettando un parco acquatico per sfruttare, da una parte sanno, costruendo un grande impianto che produce tanta energia termica, quindi c'è tanto calore da quell'impianto. È un impianto innovabile, è un impianto misto gas, biomassa, insomma creano. Hanno il problema che c'è tanta acqua calda da utilizzare. Quindi che cosa hanno studiato?

Speaker 2:

Hanno studiato un parco acquatico che, per come fanno la conformazione del parco acquatico, non solo sfruttano e non buttano niente, perché anche quell'acqua calda la riutilizzano, invece di sperdere quel calore, che sarebbe un peccato. La riutilizzano per il parco acquatico, ma altre tutto l'estetica del parco copre l'impianto che c'è a questi silo sennormi che sono esteticamente brutti, quindi sarebbero un motivo di protesta, perché poi c'è pure questo di problema c'è, sarebbero un motivo di protesta, non stanto, diventa una centrale termica di teleriscandamento per metà della città di Torino. Ma a prescindere da quello sarebbe sicuramente io non voglio questa cosa davanti casa, perché tanto succede spessissimo. Allora hanno inventato progetti che portano benessere sociale, che hanno fatto sfruttando al massimo tutti i vantaggi della parte green e contextualizzandolo, facendo una comunicazione eccezionale, perché tu non stai più andando in pubblicità dicendo noi siamo belli e prani, ma stai facendo un'operazione speciale per la città, perché non solo porti un benessere ecosostenibile, ma stai facendo anche un'operazione che si racconta da sé, perché apri il più grande parco aquatico che c'è a Torino, dentro Torino, e diventa un motivo di discussione per tutti in senso positivo, ok, dai in una città che non ha il mare, eccetera, eccetera, eccetera.

Speaker 2:

Cioè queste cose in comunicazione possono fare la differenza. Sono piccole cose che si possono mettere in atto oggi in contesto alla comunicazione. Allora, quando si parla di greenwashing, spesso sono operazioni che perdo, come ti posso dire. Ci sarebbero cose che si possono fare molto facilmente, senza grandi investimenti, che portano benefici tanto più grandi anche in termini di comunicazione, perché greenwashing spesso si applica a discorsi di comunicazione mi racconto green quando non lo sono, quando si potrebbero fare un'iniziativa bassissimo costo che portano benefici enormi, che a livello di comunicazione porterebbero agli stessi costi di quello che non fai.

Speaker 2:

Ti porterebbero di risultati straordinari.

Speaker 1:

Dino, grazie perché mi dai una chiave di lettura supplementari su questi argomenti che sono per me passionante. Comunque, su questa transizione ecologica ritengo che la certificazione è davvero un punto chiave e anche sono felice. Io mi sono lanciato nella domotica da un mese. Tutte le colleghi lo sanno. Un mese e mezzo fa ho già avuto la prima bollette. Ho già visto le differenze. Non mi aspettavo a questo e quindi mi fa piacere perché cerco anche di avere questa spinta ecologica ed essere attento a tutte le mie azioni.

Speaker 2:

Pensa a quanto costano poco ormai gli hardware che uno può utilizzare all'interno di una casa. Non la portate di tutti. Ci sta della tecnologia di base che le metti insieme e che ti può dare dei risultati straordinari. Pensa a lavorarci sopra. Che cosa ci si può fare? sfruttando quello che già c'è, paraossalmente sfruttando l'hardware della tecnologia che già c'è, per quello di sviluppare il discorso di integrazione e di sistemi, non tanto di scoprire nuove tecnologie in questo momento storico.

Speaker 1:

Infatti avevo paura. La cosa che dici è proprio questo. Non l'ho fatto fino ad esso perché avevo un'impressione che era complicato a installare, a gestire. Ho stato, ma così sorpreso di comprare queste lampadine al supermercato, di arrivare a metterle collegate al wifi con il bluetooth 2 minuti di installazione, tutto pronto e dopo una cosa anche che interessante è che oggi, sfruttando questi ecosistemi innovativi, stiamo capendo l'importanza dei standard. Ricordate i quei anni fa, con i tuoi computer e vi tutti questi cavi diversi che non avevano il stesso standard, quindi il cavo del maestro, il computer aspe o il computer Dell erano diversi. E adesso tutte le lampadine, ma anche i prodotti, l'aspirapolvere compatibile con Alexa, la macchina per polire i vestiti compatibile con Alexa. Le parlo per le gente che ci ascoltano.

Speaker 1:

Non avete paura di lanciarvi in questo percorso di domotica, come l'abbene spicato Dino, è un passo tecnologico per andare avanti in questa transizione e contribuire a questa transizione. Come lo dico sempre, ti ringrazio davvero. Uso sempre la stessa formula. Scusatemi, non ho un grande vocabulario di italiano, ma sei venuto, abbiamo passato una o una mezza insieme. Passi del tuo tempo per raccontarci delle cose che sono estremamente interessante. Quindi, davvero ti ringrazio molto, dino.

Speaker 2:

Un piacere, piacere mio, poi sono temi e quelle quali sono abbastanza appassionato. penso che si setta perché mi accaloro molto Esatto proprio per quello che riesci a renderlo interessante.

Speaker 1:

È proprio l'obiettivo di questo podcast e avervi, voi, specialisti di queste tematiche, a raccontarci, a noi, neuffiti tutte queste tematiche. Quindi, davvero grazie Il tempo di chiudere quello podcast, lo sai, finiamo sempre con due domande. Cerco di adattarmi al vostro ambito, al vostro mercato. Quindi ho iniziato il podcast parlando solo di blockchain. Adesso ho acclamato tutte queste tematiche per te. Ti chiedo, si, ti chiedo di raccontare la tematica ESG a un bambino dei 5 minuti, dei 5 anni. In un minuto, cosa racconta resti?

Speaker 2:

La politica ESG. La politica ESG la dobbiamo considerare come una sorta di piano generale dove ci sono una serie di politiche per cercare di prendere sicura del nostro pianeta. Poi a questo piano generale vengono date delle direttrici che sono rivolte alle persone, ma soprattutto alle aziende, per cercare, per far sì che le aziende in qualche modo adottino delle politiche che non siano solo rivolte alla parte di business, economica pure, ma che abbiano un beneficio anche da un punto di vista ambientale e sociale. Questo si fa attraverso l'applicazione di una serie di regole, di buoni abitudini, sempre per parlare in termini abbastanza semplici, che viene data da una governance, cioè da un modo di applicarsi, da un modo di applicare determinate visioni e determinati processi che in qualche modo portano un beneficio. Come tutte le politiche, come dicevamo prima, c'è il rischio che mentre si scrivono diventano già passate, soprattutto in ambiti come quello della tecnologia, della transizione energetica, della transizione digitale, delle politiche in generali, in questo periodo storico, che hanno dei tempi di maturazione che non sono più a lungo termine ma sono brevissimo, cioè in pochi giorni, in pochi mesi, in pochi anni, ci sono delle trasformazioni che cambiano la maggior parte di paradigna in cui siamo abituati.

Speaker 2:

Basta vedere che sta succedendo banalmente con l'intelligenza artificiale, che non è una cosa fresca, è una cosa che c'è dai tempi. Ma oggi, con la commercializzazione, con, l'apertura, con la democratizzazione della tecnologia legata all'intelligenza artificiale, il mondo sta cambiando completamente. Una pandemia che non è una cosa da poco, ma ci ha fatto rimettere in fila le priorità e ci ha fatto ricominciare a vedere la casa, il posto dove viviamo, ma anche le nostre priorità di vita. Perché le persone si sono licenziate? perché hanno deciso di cambiare l'ostile di vita, perché si sono fermati e si sono guardati intorno hanno detto porca, miseria. Ma che vita sto facendo? la vita non è quella che mi aspettavo.

Speaker 2:

Poi, quando le cose che cambiano toccano anche le tasche delle persone, allora cambia tutto perché diventa anche un problema pratico, come l'energia. Allora l'energia da che non ne importava niente a nessuno, in Italia l'80% la compriamo fuori. Che ce ne importa tanto? l'energia c'è perché siamo abituati a andare a casa accendendo l'interruttore. L'improvvito di energeti è stato il problema per tutti, dal giorno alla notte. Le bollette ammazzavano le famiglie, ammazzavano le aziende e creavano dei discostamenti economici giganteschi. E cambia tutto.

Speaker 2:

Quindi io va bene cercare di dare delle definizioni e creare dei protocolli di buon uso e buon costume, anche pratici, ma dobbiamo sempre stare attenti a non renderli rigidi, perché se diventa un sistema che detta delle regole troppo stringenti, non lascia spazio all'interpretazione in questi contesti, in altri no.

Speaker 2:

Un medico probabilmente è giusto che abbia delle regolamentazioni più chiari, un avvocato è giusto che abbia delle regolamentazioni più chiari, ma quando si parla di transizione digitale, transizione ecologica, stiamo parlando di mondi che in distanza di un anno possono essere stati stravolti completamente perché è una tecnologia, un'applicazione, un modello di utilizzo, una piattaforma di qualunque genere può cambiare e rivoluzionare con probabilmente l'approccio di cose.

Speaker 2:

Quindi, bene, la politica DSG, benissimo, fare creare dei modelli che siano giusti, che vada in contro delle esigenze dell'ambiente che ci sono, delle esigenze sociali che ci sono, e avere delle politiche di governance che siano volte a farsi che le aziende portino del benessere. Ma una cosa ci tengo a dirla, perché questa è una cosa che non considera nessuno nel nostro ambito tutti gli aziende che operano nel mondo della transizione ecologica non ci scordiamo che tutto quello che fanno porta del benessere. E' una dei quei rari casi dove le aziende più lavorano, più stanno portando dei benefici, perché un'azienda che costruisce, che costruisci in via di l'inizia che produci energie da fonti rinnovabili, che costruisci in via di l'inizia che produci energie da fonti rinnovabili, che costruisci in via di l'inizia che produci?

Speaker 2:

pelle di l'inizia che produci energie da fonti rinnovabili che costruisci in via di l'inizia un nome abbastanza banale, però credo che possa essere utile per farci un pochino preoccupare, ma per farci rendere conto che ci sono le diluzioni. Non mi interessa tanto il personaggio, ma ovviamente il personaggio che ha una visione abbastanza. Parliamo di libro di Bill Gates, clima come evitare un disastro, indipendentemente dal personaggio che è, chi non è, è il fatto che abbia una visione molto americana del problema. Però all'interno di quel libro ci sono una serie di spunti molto interessanti, perché cercano di darti una visione di insieme delle cose che tante volte tendiamo a sottovalutare.

Speaker 2:

Un esempio su tutti come, per esempio, noi ci stiamo concentrando su tutto questo grande cambiamento, parliamo della transizione e logica digitale dell'Europa, quando poi ci sono delle economie enormi, emergenti, dove, finché per loro è ancora conveniente sfruttare il sottosuolo, sfruttare il carbone, sfruttare il petrolio, etc. Non passeranno mai alle energie rinnovabili perché non li conviene. E se noi non cominciamo a ragionare in termini globali su quali sono i problemi, noi europei che siamo piccoli, piccoli magari diventiamo i più bravi del mondo.

Speaker 2:

Ma in realtà il problema non è Europa.

Speaker 2:

Il problema è un pochino più diffuso e ci sono delle realtà anche un po' più grandi dell'Europa dove dobbiamo cominciare a ragionare come farle diventare parte di un processo di cambiamento. Non pensarci tra vent'anni, perché fanno molti più danni, ma non per una cosa perché stanno facendo le stesse cose che abbiamo fatto noi per migliaia di anni. Ok, adesso, le stanno facendo lì. Se non gli diamo una ragione e comunque la ragione deve essere un misto politico, economico e sociale per tornare all'ISC se non gli diamo un motivo per fare un cambiamento e venire dietro al cambiamento che stiamo cercando di portare nei paesi che conosciamo, diventano, non si va a risolvere un problema che comunque ha un problema globale, in una visione più ampia.

Speaker 2:

In questo libro viene raccontato un pochino questa visione, qua con una serie di proposte molto interessanti, di soluzioni che, ripeto, è la visione molto americana di un maniato americano, però ci sono tanti dati che in realtà le persone possono raccogliere.

Speaker 1:

È una rettura abbastanza semplice, non è tecnica, quindi è un pochino per tutte le orecchie, tutte le livelli di conoscenza, Ma forse legginialmente, preparando questa discussioni, avevo identificato proprio le cose che racconti adesso come una tematica chiave, ovvero volevo farti qualche domanda su conciliare questa transizione ecologica con le tematiche che dicevi, ovvero il sviluppo dei paesi immergianti. Non le ho fatto perché penso che vale una puntata intera, che questa tematica proprio vale un approfondimento. Quindi è stato davvero un grande piacere e nel caso hai la voglia e ti hai piaciuto e hai cose nuove da raccontare, forse potremmo farsi una discussione su questa tematica e indagare un po' più la mondializzazione della tematica della transizione ecologica, che è una tematica anche una problematica che non abbiamo affrontato, ma che mi sembra chiave in questo.

Speaker 2:

Assolutamente sì, connesseremo piacere. Ripeto, sono tante le cose, perché la transizione è un po' come la digitalizzazione è trasversale in tutti i settori, ci colvolge tutti, nessuno può stare fuori da questi processi. quindi di cose da dire, di cose su quelle quali possiamo anche raggiungere insieme ce ne sono tantissimo.

Speaker 1:

quindi venga come un molto piacere Grande grazie, dino, e come te lo dicevo, è stato un vero piacere. noi ci risentiremo sicuramente per un'altra puntata. Te dico a presto. Buon coraggio in questa avventura. Ti seguiro. E si vedono le notizie, non esitare anche a mandarmelene. Ne parliamo sul sito e ci sentiamo da breve. E qui ascoltato, rivedico ci sentiamo in tre settimane. Per il resto, a presto. Ciao, ciao, ciao, ciao ciao, ciao ciao, ciao ciao, ciao ciao, ciao ciao.

Introduzione
Introduzione: annunci per Disruptive Talks con future puntate su tematiche piu verticali e Live videos
FOCUS: Chi è Dino Passeri
FOCUS: ESG, dal mio scetticismo iniziale alla mia presa di coscienza
FOCUS: ESG, cos'è
LA DISCUSSIONE con Dino Passeri
LA DISCUSSIONE: Introduzione sul percorso di Dino
LA DISCUSSIONE: Vantaggio di avere un profilo ibrido
LA DISCUSSIONE: il percorso di Distretti Ecologici
LA DISCUSSIONE: Abbilitatori (o disabilitatori?) regolamentari, il Super Bonus
LA DISCUSSIONE: Il contesto della transizione ecologica in Italia
LA DISCUSSIONE: Dino precisa il concetto di sostenibilità (oltre all'ambiente, la sostenibillità economica)
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